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Comunicato Stampa

Dichiarazione del Segretario generale  Fim Cisl Roberto Benaglia

LA FIM PRESENTA IL PRIMO RAPPORTO SUL LAVORO METALMECCANICO

Metalmeccanici: l’occupazione del settore tiene nonostante la crisi,  migliorata la produttività di 15 punti e ridotti gli infortuni. Resta critico lo scenario sulle competenze e il Mezzogiorno

BENAGLIA (FIM): “IL METALMECCANICO È IL SETTORE DOVE IL LAVORO VALE SEMPRE PIU’ LE TUTE BLU SONO LONTANE DAGLI STEREOTIPI DEL NOVECENTO SERVE UNA CONTRATTAZIONE CHE PUNTI SU QUALITA’ E NUOVE TUTELE”

E’ stato presentato questa mattina a Roma il “1° Cruscotto del lavoro nella metalmeccanica” l’indagine della Fim Cisl e del Centro ricerche REF su uno dei settori industriali più importanti del nostro Paese.

“Abbiamo fortemente voluto questa analisi sul lavoro metalmeccanico per renderci conto meglio di quanto sia cambiato e delle nuove sfide che porta con sé – commenta il segretario generale della Fim Cisl Roberto Benaglia – presentando questa mattina il rapporto.

Il cambiamento del lavoro è ancora più pervasivo e accelerato nel nostro settore e deve portare tutto il sindacato a cambiare obiettivi, strategie e modalità per rappresentare le tute blu, sempre più qualificate, capaci di esprimere produttività e competenze in crescita.”

 Il lavoro metalmeccanico interessa circa 2 milioni di lavoratori in Italia e come emerge chiaramente dal rapporto,  presenta tutele migliori rispetto a quelle dell’economia italiana in tema di livelli salariali, (il salario medio lordo è di 40 mila euro), rispetto a molti altri settori c’è un  minor utilizzo di contratti precari e livelli di tutela più concreti e sostenuti mentre i differenziali retributivi di genere sono più bassi.

La produzione industriale metalmeccanica, trainata da 241 mld di esportazioni nel 2021 superiore a quelle del 2019 che era di 224 mld mentre la  produttività, bestia nera dell’industria italiana, negli ultimi 10 anni è cresciuta di 15 punti percentuali, l’occupazione ha recuperato i livelli pre-covid e le retribuzioni reali sono rimaste stabili prima del calo del 2022 a causa della guerra e dello shock energetico e dell’inflazione.

Restano però i problemi legati alla formazione, acuiti dall’’accelerazione dell’innovazione tecnologica, e alla scarsità di manodopera professionalizzata rispetto ai bisogni delle imprese, come pure l’indebolimento della presenza della metalmeccanica nel Mezzogiorno del Paese.

Per questo Benaglia ha concluso: “non dobbiamo tuttavia sederci su questi risultati. Il rischio che corre il sindacato italiano è quello di agitare slogan del Novecento che sono sempre meno compresi sui luoghi di lavoro. La Fim Cisl sulla base di questa indagine è ancora più convinta che serva una “contrattazione riformatrice” capace di completare il set di tutele a partire dalle competenze riconosciute, dall’innalzamento dei salari legati alla professionalità espressa, dalla capacità di accompagnare i metalmeccanici nelle tante transizioni lavorative che li caratterizzano.

E’ un tempo nuovo per il lavoro, soprattutto nel nostro settore, le disuguaglianze che riscontriamo ancora vanno aggredite con proposte innovative.”

Roma, 24 gennaio 2022                                                                                                      Ufficio Stampa Fim Cisl