Micron: incontro negativo, servono risposte occupazionali
Dichiarazione del coordinatore nazionale FIM CISL gruppo Micron-StM Nicola Alberta
Micron: incontro negativo,
servono risposte occupazionali che tengano dentro tutti i lavoratori
Si è conclusa la riunione presso il Ministero dello Sviluppo Economico sulla vertenza Micron. Presenti al tavolo oltre che i rappresentanti del Governo e dell’azienda, le organizzazioni sindacali e i rappresentati regionali di Lombardia, Abruzzo, Campania e Sicilia.
La multinazionale americana dei semiconduttori rappresentata dal vice presidente di Micron Brian Henretty ha espresso in apertura dell’incontro, la volontà di mantenere una presenza industriale nel nostro paese, rafforzando gli investimenti in ricerca e sviluppo e IT per circa 20 milioni di dollari da investire nel prossimo biennio. Nel contempo ha ribadito la volontà di procedere alla riduzione del personale come già annunciato. Unica disponibilità su questo fronte, la possibilità di ricorrere per anno ad ammortizzatori sociali, da individuare, e la disponibilità a ricollocare nei vari siti sparsi nel mondo (Usa, Singapore) circa 70 dei 419 lavoratori per i quali ha annunciato la mobilità.
Per la Fim Cisl l’incontro di oggi è stato negativo, è inaccettabile che l’azienda continui a mantenere sul tavolo i licenziamenti ventilando come soluzione, un ipotetico piano di ricollocazione nel mondo di 70 dei 419 licenziamenti annunciati. Come Fim la questione del ritiro dei licenziamenti è prioritaria, l’azienda deve darci risposte sul piano occupazionale che salvaguardino tutti i lavoratori. Su questo fronte anche il governo attraverso StM può dare un contributo, perché ragionare di crescita, significa rilanciare settori industriali avanzati come la microelettronica e i semiconduttori evitando che le multinazionali scappino dal nostro paese con il know how e i brevetti frutto dell’esperienza e della capacità dei nostri lavoratori.
Sul vago piano d’investimenti annunciato oggi dal vice presidente Micron per i siti italiani c’è sicuramente la necessità da parte dell’azienda di precisare meglio e più concretamente l’impegno industriale che intende mettere in campo, perché anche da esso dipende l’individuazione di nuove risposte per l’occupazione.
Per il prossimo 19 marzo, giorno in cui è previsto il prossimo incontro sulla vertenza, abbiamo proclamato uno sciopero di 8 ore con iniziative locali di presidio e sensibilizzazioni delle istituzioni su questa difficile vertenza.
Roma, 12 marzo 2014