Dichiarazione del segretario generale della Fim Cisl Giuseppe Farina – Confindustria: le ricette sulla contrattazione sono sbagliate e contraddittorie Le
Le ricette sulla contrattazione della Confindustria sono sbagliate e
contraddittorie. Non si ottiene il rilancio dell’industria italiana comprimendo i salari dei
lavoratori italiani che già oggi sono tra i più bassi d’Europa e rendendo ancora più
instabili i rapporti di lavoro e nello stesso tempo pretendere che siano più flessibili, più
addestrati e più partecipativi.
Nell’industria italiana non mancano le flessibilità, né il costo del lavoro è il
problema principale della bassa competitività delle nostre imprese. Quello che manca
per il rilancio dell’industria e del lavoro sono gli investimenti degli imprenditori che
dovrebbero lamentarsi di meno e investire di più. Concordo invece con Confindustria,
sull’urgenza di una decisa azione della politica e del Governo per rimuovere i veri
ostacoli che fanno perdere produttività, competitività e lavoro al nostro sistema
industriale e cioè: la bassa capitalizzazione e internazionalizzazione delle imprese, l’alta
tassazione sul lavoro, il cambio dollaro/euro che penalizza le nostre esportazioni, a cui
si somma il differenziale di costo sulla bolletta energetica rispetto alle industrie
concorrenti. Ma è sopratutto l’instabilità della politica, l’illegalità e l’incertezza delle
regole che insieme al cattivo funzionamento della pubblica amministrazione, tengono
lontani gli investitori esteri dal nostro Paese scoraggiando gli investimenti industriali.
In questi anni di crisi il sindacato ha fatto accordi sindacali importanti per tenere
in vita e dare prospettiva alle nostre aziende, ma questo non basta più, adesso è
necessario che il Governo, insieme a imprenditori e sindacati, affronti questi nodi e
proponga un progetto d’industria per il nostro Paese.
Roma, 31 maggio 2014