Maserati di Grugliasco: Marchionne incontra team leader e RSA
Maserati di Grugliasco:
Marchionne incontra team leader e RSA:
lunedì arrivano i lavoratori da Mirafiori,
risolto il problema delle ferie
L’incontro dell’AD di FCA, Marchionne di stamattina, con i team leader e le RSA firmatarie del CCSL, dove le nostre RSA FIM sono state protagoniste nell’illustrare a Marchionne la situazione aziendale. E’ stato un blitz a sorpresa ma che non stupisce più conoscendo l’eclettismo imprenditoriale dell’AD FCA – dichiara il Segretario della FIM-CISL Torino e Canavese, Claudio Chiarle – Per noi è importante si sia capito che bloccare i trasferimenti da Mirafiori e la turnistica a dodici turni era una scelta che non rispecchiava il “vero” Marchionne, stratega finanziario e industriale ma forse troppo “latino” nelle relazioni sindacali.”
“Non ho mai creduto al fatto che l’azienda bloccasse lo stabilimento Maserati e sinceramente pensavo che l’azienda ci mettesse un po’ più di tempo per uscire dal vicolo cieco in cui si era “cacciata”, d’altra parte poteva farlo solo chi aveva preso la decisione – prosegue il Segretario dei metalmeccanici CISL, Chiarle – Alla FIM comunque interessano i fatti concreti, noi, come Sindacato firmatario del CCSL chiediamo che si affrontino i problemi dei lavoratori della Maserati di Grugliasco, le ferie, i problemi organizzativi e gestionali sulle linee produttive, il trasferimento dei 500 da Mirafiori”
“Inoltre pensiamo che le parti debbano subito incontrasi per avere da FCA il quadro chiaro su Mirafiori, con i modelli Maserati e Alfa; e Cassino per quanto riguarda il “piano Giorgio” su Alfa – conclude il Segretario della FIM-CISL, Claudio Chiarle – sulla base di un piano di investimenti completo si può pensare di chiudere anche il CCSL ragionando in prospettiva di regole, salario legato alla produttività per obiettivi e in questo senso la disputa ormai “per pochi intimi” su 250 o 260 euro di Una Tantum è secondaria. Primario è invece dare una risposta occupazionale ai cassaintegrati e obiettivi salariali ai tanti lavoratori, tantissimi a Torino, che oggi lavorano, producono e danno margini di profitto all’azienda che vanno anche redistribuiti