Art.18. Bonanni a Poletti: “Pronti a discutere il contratto a tutele crescenti ma il Governo cancelli false partite iva, cococo e cocopro”
“Perché si vuole inquinare il dibattito sulla riforma del lavoro con la vicenda dell’articolo 18 che è stato riformato, dopo un non facile confronto con le parti sociali, dal Governo Monti appena due anni fa?”- chiede al Ministro del lavoro il Segretario generale della Cisl in una lettera aperta pubblicata sul quotidiano “Avvenire “..
Roma, 20 settembre 2014- “La Cisl non ha mai fatto dispute ideologiche. Chiediamo al Ministro del Lavoro, Poletti che oltre ad essere una persona saggia e competente, è l’interlocutore istituzionale delle parti sociali: perché si vuole inquinare il dibattito sulla riforma del lavoro con la vicenda dell’articolo 18 che è stato riformato, dopo un non facile confronto con le parti sociali, dal Governo Monti appena due anni fa?”. E’ quanto scrive oggi il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni in una lettera aperta pubblicata dal quotidiano Avvenire.
“Sarebbe molo utile che lo stesso Poletti comunicasse all’opinione pubblica la reale portata ed i dati ufficiali dei contenziosi sull’articolo 18 dopo l’ultimo intervento legislativo, che ha introdotto, proprio su proposta della Cisl, il ricorso all’arbitrato nelle controversie sui licenziamenti, in modo da evitare il ricorso alla giustizia civile”‘aggiunge nella lettera il leader della Cisl.
Per Bonanni “i casi di reintegro in Italia sono davvero pochissimi, a dimostrazione che il tema dell’art.18 è solo un totem ideologico da agitare in ogni stagione politica. E’ il simbolo di una Italia rancorosa, che vuole far leva sull’invidia sociale, mettendo sempre i padri contri i figli, i lavoratori tutelati contro i giovani”
Poi il leader della Cisl chiarisce la proposta della Cisl. ” Abbiamo detto con chiarezza che il contratto a tutele crescenti può essere una strada giusta per eliminare tutte quelle forme spurie di flessibilità selvaggia come il ricorso alle false partite iva, agli associati in partecipazione, i collaboratori a progetto, sia del settore privato che del pubblico impiego. Il Governo è disposto a cancellare queste vergognose forme di sfruttamento dei giovani? Discutiamo di questo tema, puntando a stabilizzare almeno un milione di giovani precari che si trovano senza alcuna garanzia salariale e previdenziale. Non si capisce proprio perché questa necessaria gradualità delle tutele debba rimettere in discussione il diritto al reintegro nei confronti dei licenziamenti palesemente ingiustificati (al pari di quelli discriminatori) senza, peraltro, nessuno scambio, come la garanzia di far uscire dall’inferno i giovani precari”.
Ufficio stampa Cisl