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Intervista a Marco Bentivogli sul Fatto Quotidiano: Cisl, un anti-Landini per dimenticare Bonanni

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Intervista a Marco Bentivogli sul Fatto Quotidiano del 14 novembre 2014, di Salvatore Cannavò. (L’intervista)

 

PASSATO ANOMALO

Bentivogli, l’ex del movimento studentesco della Pantera, è il nuovo leader delle tute blu. Rilancerà il sindacato puntando sui giovani.

Dimenticare Bonanni. Sembra questa la missione che si è data una parte della Cisl.Pur senza nominare mai l’ex segretario confederale, Marco Bentivogli, 44 anni, da ieri nuovo segretario della Fim, i metalmeccanici della Cisl, punta dritto sulla sfida generazionale: ”Senza giovani il sindacato muore” è il leitmotive che ripete in questa conversazione con il Fatto. E nelle parole si sente l’eco di Matteo Renzi anche se in Cisl, dove il dissenso si muove più per avverbi che per diverbi, parlare di “rottamazione” non sta bene. Ma si sente anche la pressione di una competizione con “ quello che sta al piano di sotto”, Maurizio Landini, leader Fiom

NELLA SEDE unitaria, che una volta ospitava la mitica Flm, il sindacato unico dei metalmeccanici, Landini ha l’ufficio al terzo piano, Bentivogli siede al quarto. Oggi tra Fiom e Fim c’è un fossato, forse anche maggiore di quello che divide le confederazioni e che è diventato abissale dopo il famigerato “accordo di Pomigliano”. Fim e Uilm accanto a Marchionne, la Fiom contro la Fiat in una traversata nel deserto che non si è ancora conclusa. In questo arco di tempo Landini è diventato una star mediatica, mentre Bentivogli si è occupato di siderurgia: ”Ma a prendere le botte con quelli di Terni c’ero anch’io, anche perché alla Ast la Fim è il primo sindacato”. La conquista della segreteria gli permette di dare sfogo a una voglia di rivalsa che sembra convincere la sua organizzazione. Ieri è stato votato da un plebiscito con 134 voti a favore e solo 9 schede bianche. Peer il mondo Cisl ha un curriculum anomalo. “Ho occupato un centro sociale, poi sono stato dentro il movimento studentesco della Pantera”. Erano i primi anni 90, lui veneto di nascita, studiava Scienze politiche e faceva il precario qua e là. Fino a che Gianni Italia, allora segretario nazionale, lo porta in Fim per affidargli il coordinamento dei giovani. Fa i primi passi accanto alla concertazione, di cui non dà un giudizio positivo: “Quegli accordi sono stati fatti contro i giovani, la generazione del contributivo (dalla riforma Dini, ndr) “. Ora l’obiettivo del sindacato è parlare a quelli che, se vengono alle assemblee sindacali, “sono seduti in fondo e parlano poco”. Sembra di sentire Renzi. “Ma noi abbiamo cominciato prima”, assicura. Bentivogli spera che il tasto generazionale gli consenta di sfidare il primato della Fiom. Magari riuscendo dove la Cgil ancora non è arrivata: ” Entro poco tempo faremo , come la Germania , un unico sindacato dell’ industria senza più distinzioni tra metalmeccanici, chimici e quant’altro”. Per i giovani è disposto a discutere di pensioni d’oro: ”E’ stato un errore aver detto no ai prelievi fiscali per le pensioni superiori ai 3.000 euro netti”. Resta il problema della qualità delle “piattaforme”. In anni di concertazione fase che considera “ormai superata”, il sindacato è divenuto parte del sistema. La risposta del segretario Fim fa cenno di cogliere, pur non condividendo il grillismo, le esigenze di partecipazione dei meet-up o l’ambizione delle primarie. E quindi pensa a costruire soluzioni innovative. Per ora, però, la risposta è tradizionale: ”Democrazia, orari, partecipazione”. Nessun ripensamento su Fiat e Marchionne: “ Se non fosse stato per noi l’auto in Italia sarebbe scomparsa mentre ora Pomigliano è ripartita come anche Grugliasco e come sarà a Mirafiori. La nostra responsabilità è stata utile”. Non è vero che la Fiat se n’è andata, “oggi resta una multinazionale dell’auto che continua a produrre in Italia”.

NESSUN CONTRASTO anche sul Jobs Act “Sull’articolo 18 non cambiamo idea, resta importantissimo. Però quello scontro rappresenta una tecnica di distrazione di massa”. Ritorna l’attrazione per Renzi, ma Bentivogli nega: ”Non siamo renziani, l’unico che finora ha avuto un rapporta diretto con il presidente del consiglio è Landini”. Rispunta così la voglia di presentarsi come alternativa alla Fiom. La filosofia di fondo non sembra molto diversa dalla Cisl di Bonanni: è il “modello tedesco” quello della congestione, a costruire la bussola. E fa leva sulla “responsabilità” anche nel firmare accordi che sembrano indigesti, come a Pomigliano. Ma resta l’ambizione di guardare avanti. “non dobbiamo coltivare la rappresentazione dell’operaio disperato, altrimenti resta solo lo sconfittismo”. L’unica difficoltà è che nell’Italia del 2014 la disperazione si occupa ancora degli operai.