Comitato Esecutivo Cisl
Comitato Esecutivo Cisl. Documento finale
Le conseguenze sociali della crisi economica sono sempre più gravi, sia per i lavoratori, le lavoratrici e i pensionati, sia per le persone più deboli ed esposte al rischio di povertà, per chi ha perso il lavoro e non riesce a ritrovarlo.
“Il Comitato Esecutivo confederale, riunito a Roma il 19 Novembre 2014, ascoltata la relazione del Segretario generale Annamaria Furlan, dopo ampio dibattito, ne approva i contenuti e le conclusioni. Le conseguenze sociali della crisi economica sono sempre più gravi, sia per i lavoratori, le lavoratrici e i pensionati, sia per le persone più deboli ed esposte al rischio di povertà, per chi ha perso il lavoro e non riesce a ritrovarlo.
La Cisl conferma l’apprezzamento per il compromesso raggiunto in sede europea dal Governo italiano che consente di rallentare il processo di convergenza verso il pareggio strutturale di bilancio, allargando cosi l’ambito e gli spazi delle risorse disponibili per rilanciare la crescita e sostenere il lavoro. Il Comitato esecutivo della Cisl chiede alla Presidenza italiana del Semestre europeo l’apertura di una fase costituente per l’Europa, caratterizzata da una nuova Costituzione economica e da una riforma strutturale del Fiscal Compact.
L’Unione europea deve fare molto di più e sostenere gli investimenti e l’occupazione con l’adozione immediata del piano europeo straordinario di investimenti pubblici in infrastrutture fisiche e logistiche, sinergicamente coordinato con i piani di investimento pubblici nazionali. Il Governo italiano e il Parlamento nazionale devono correggere la legge di stabilità, mettendo in atto misure più incisive per realizzare l’auspicato shock fiscale e sostenere la domanda per consumi e per investimenti, estendendo anche ai pensionati il bonus di 80 euro, evitando l’aumento della tassazione sui rendimenti dei fondi pensione, rifinanziando adeguatamente la detassazione e la decontribuzione dei premi di produttività erogati tramite la contrattazione di secondo livello, aziendale e soprattutto trovando le risorse necessarie per sbloccare i contratti collettivi dei lavoratori pubblici; il comitato esecutivo della Cisl CONFERMA E RIBADISCE IL SOSTEGNO ALLO SCIOPERO INDETTO PER IL 1° DICEMBRE DALLE CATEGORIE DEI LAVORATORI PUBBLICI A SOSTEGNO DI TALE OBBIETTIVO.
Occorre una attenta politica sociale che dia risposte ai pensionati rispetto alla crescita della povertà e a sostegno delle politiche in particolare della non autosufficienza.
Il taglio delle risorse al sistema dei Patronati va fermato, e a tale scopo la Cisl continuerà l’iniziativa di sostegno alla mobilitazione dell’Inas e dei Patronati del Cepa su tutto il territorio nazionale, per evitare che ne sia gravemente compromessa l’operatività e quel patrimonio di risorse umane e organizzative che oggi concorre in maniera rilevante ad assicurare gratuitamente una rete diffusa e capillare di servizi per i lavoratori, pensionati e per tutti i cittadini. Il Comitato esecutivo della Cisl ritiene che regole del lavoro efficaci, pur non essendo in grado, da sole, di far crescere l’occupazione, possono però accompagnare i nuovi 2 investimenti, spostare la convenienza da alcune tipologie poco tutelate a forme di lavoro più stabili, aiutare a gestire le transizioni da disoccupazione a lavoro. Il ‘Jobs Act’ e gli incentivi contenuti nel disegno di legge di stabilità vanno nelle direzioni sopra indicate, con un riassetto di alcune tutele individuali in cambio di maggiori tutele collettive. Il riassetto delle tutele individuali si sostanzia, con esclusivo riferimento ai nuovi assunti con il nuovo ‘contratto a tutele crescenti’, nella sostituzione della reintegra prevista dall’art.18 con un indennizzo maggiorato per i casi di licenziamenti individuali economici (reintegra che non esiste, da sempre, nei licenziamenti collettivi, essendo difficile contestare le scelte dell’imprenditore sul terreno economico) e per alcune fattispecie di licenziamenti disciplinari. L’ampliamento delle tutele collettive si sostanzia, da una parte, nell’estensione dell’Aspi e nel potenziamento delle politiche attive, dall’altra nello spostamento dell’asse da alcuni contratti meno tutelati al ‘contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti’. Questo è il quadro che emerge dal testo del Jobs Act, oramai definitivo, che ha registrato diversi miglioramenti, anche accogliendo le richieste della Cisl, in particolare esplicitando che alcune tipologie contrattuali saranno superate, che ai licenziamenti disciplinari illegittimi continuerà, in alcuni casi, ad applicarsi la reintegra, che l’indennizzo economico sarà certo e crescente con l’anzianità di servizio. Inoltre la legge di stabilità ha reso il ‘contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti’ più conveniente di tutte le altre tipologie contrattuali ed è stato annunciato l’innalzamento delle risorse destinate agli ammortizzatori sociali. Il Comitato esecutivo della Cisl ora chiede con forza al Governo di tenere fede all’impegno preso con i segretari generali di Cgil, Cisl, Uil, aprendo specifici tavoli sui decreti delegati attuativi, nei quali la Cisl porterà le seguenti richieste per superare alcune ambiguità e migliorare altre parti:
sulle flessibilità:
superare il ricorso ad alcuni contratti che danno luogo a frequenti abusi, a partire dalle forme di lavoro autonomo utilizzate in sostituzione del lavoro dipendente; – contrastare l’utilizzo delle false partite IVA, sostenendo nel contempo chi sceglie il lavoro autonomo vero, migliorando le tutele degli iscritti alla Gestione Separata Inps; – nel ‘contratto a tutele crescenti’ restringere la disapplicazione dell’art.18 ad un primo periodo, ben definito, ed indicare con chiarezza i casi di applicazione della reintegra nelle situazioni di licenziamento disciplinare in modo da evitare abusi da parte dell’azienda; – accompagnare e sostenere il lavoratore eventualmente licenziato nel periodo di non vigenza dell’art.18 con una concreta opportunità di riqualificazione professionale;
sugli ammortizzatori:
la Cassa integrazione va non solo mantenuta senza riduzione delle durate, ma estesa a tutti i lavoratori, anche continuando sulla strada dei Fondi bilaterali di solidarietà, cui però va assicurato un sostegno finanziario pubblico da affiancare a quello contrattuale, e che vanno resi obbligatori anche per le aziende con meno di 15 dipendenti; 3 – finché non sarà completata l’estensione delle tutele alle aziende ed ai settori scoperti, va finanziata la cassa integrazione in deroga; – l’Aspi va ampliata a tutti i lavoratori iscritti alla Gestione Separata Inps con caratteristiche di monocommittenza; – le durate dell’Aspi vanno aumentate per tutti i lavoratori, indipendentemente dall’età, almeno a 24 mesi; – bloccare l’estensione generalizzata dei voucher.
sui servizi per l’impiego e le politiche attive del lavoro:
l’Agenzia Nazionale per l’Occupazione non dovrà essere una operazione di facciata ma dovrà avere un ruolo effettivo per garantire il coordinamento delle politiche del lavoro; – perché ciò avvenga l’Agenzia non è sufficiente, va finalmente avviato un percorso di potenziamento delle risorse finanziarie, umane e strumentali che renda possibile le politiche attive del lavoro fruibili in ogni area del Paese; – il dialogo fra il sistema pubblico e privato, con l’attenzione che il ruolo del pubblico resti prevalente rispetto al governo dei processi, va potenziato, anche prevedendo un fattivo coinvolgimento dei Fondi interprofessionali per gli aspetti formativi. Il Comitato esecutivo della Cisl chiede al Governo di avviare immediatamente un confronto sulla riforma del sistema pensionistico per ripristinare quegli elementi di flessibilità in grado di ampliare le scelte di pensionamento dei lavoratori e delle lavoratrici e per sostenere più efficacemente la gestione contrattata delle eccedenze occupazionali delle imprese, facendosi contemporaneamente carico dei problemi derivanti dal lavoro maggiormente faticoso e pesante. L’avvio di questo confronto è tanto più necessario ed urgente alla luce della grave situazione occupazionale e dell’ormai insostenibile livello della disoccupazione giovanile. Il comitato esecutivo della Cisl decide di avviare un percorso di mobilitazione dei propri delegati, attivisti, pensionati e di pressing sociale su tutto il territorio nazionale nei luoghi di lavoro nei territori, a partire da tre grandi iniziative: il 2 Dicembre a Firenze, il 3 Dicembre a Napoli e il 4 Dicembre a Milano per rendere note ai lavoratori, ai pensionati e ai cittadini le proposte della Cisl di cambiamento della politica economica e sociale del Governo e per invitarli a sostenerle”.