Furlan: “Positiva la scelta della UE di puntare sugli investimenti”
Furlan: “Positiva la scelta della UE di puntare sugli investimenti. Ma ora occorre un patto sociale per favorire lo sviluppo e l’occupazione”.
Il Segretario della Cisl, Annamaria Furlan, che ieri sera ha incontrato il vicepresidente della Commissione Ue, Jirky Katainen, ha commentato il piano di investimenti da 315 miliardi proposto dalla Commissione Ue. “E’ un piano considerevole che stavolta va attuato davvero spendendo bene le risorse. Anche se ci sarebbe bisogno di una cifra tre volte superiore”.
Roma, 16 gennaio 2015- «Qualcosa sta cambiando positivamente in Europa, si sta facendo qualche passo in avanti in direzione della crescita e dello sviluppo. Merito del governo che nel semestre di presidenza ha posto la questione e delle posizioni coraggiose di Draghi. Si tratta di passi in avanti, ma non sufficienti; va bene la maggiore flessibilità che allunga i tempi per rientrare nei parametri europei, va bene il piano di acquisto dei titoli sovrani promosso dalla Bce. Ma serve un ulteriore passaggio, bisogna porre fuori dal patto di stabilità tutti gli investimenti infrastrutturali destinati a crescita e sviluppo». A sostenerlo è stato il Segretario Generale della Cisl, Annamaria Furlan, in una intervista pubblicata oggi sul Il Sole 24 ore. Furlan che ha incontrato ieri sera insieme ai colleghi di Cgil e Uil il vicepresidente della Commissione Ue, Jirky Katainen, ha commentato il piano di investimenti da 315 miliardi proposto dalla Commissione Ue apprezzando che finalmente ci sia un piano di investimenti considerevole che va attuato, precisando, però, che “ci sarebbe bisogno di una cifra tre volte superiore”. Per quanto riguarda l’Italia “fino al 2020 ha complessivamente da spendere circa 70 miliardi, compresi i cofinanziamenti. Ma bisogna indirizzare bene le risorse verso la crescita e fare un patto sociale su crescita e lavoro, per creare le condizioni per lo sviluppo e l’occupazione”. In merito alla possibilità che il Jobs Act possa aiutare le assunzioni e sia più equo rispetto ai giovani, il leader di via Po ha sottolineato nell’intervista che ” i decreti attuativi che il governo ancora deve scrivere devono creare equità. Il contratto a tutele crescenti sarà uno strumento valido se cancellerà il falso lavoro autonomo e parasubordinato. Per la prima volta il contratto a tempo indeterminato costerà di meno delle altre forme contrattuali. Ma perchè l’operazione sia efficace vanno superate le finte collaborazioni e le finte partite Iva, lasciando ovviamente la possibilità di aprire la partita Iva per determinate prestazioni. Sarà importante vedere anche il decreto sulle politiche attive del lavoro, perchè per allinearci sui livelli dei Paesi nord europei servono nuove risorse”. Furlan ha poi sottolineato la necessità di rinnovare l’accordo sui modelli contrattuali del 2008-2009, puntando sulla produttività per rendere più competitive le imprese e più stabile il rapporto di lavoro. “Tutto quello che riguarda l’organizzazione del lavoro e la produttività va assegnato a livello di contrattazione aziendale e territoriale. Per puntare alla crescita della produttività il luogo per eccellenza della contrattazione è dove si svolge il lavoro, in azienda o sul territorio. Occorre comunque definire con esattezza le competenze della contrattazione aziendale, che riguardano tutto ciò che ha attinenze con l’organizzazione del lavoro e la produttività e che deve assumere un ruolo maggiore. Il contratto nazionale rappresenta una cornice che riguarda tutti i lavoratori del settore di riferimento, fissa aumenti in base ad indicatori come l’inflazione o l’Ipca. Ma anche il governo può svolgere un ruolo, può contribuire allo sviluppo della contrattazione di secondo livello con sgravi e detassando il salario di produttività, al contrario di quanto ha fatto con la legge di stabilità che ha ridotto i fondi”.