Intervista de LINKIESTA al Segretario Generale FIM CISL Bentivogli “voti alla FIAT, la FIM si gode la rivincita su Landini”
Intervista de LINKIESTA
Voti alla FIAT, la FIM si gode la rivincita su Landini
La FIM fa il pieno. Il Segretario Bentivogli: “la FIOM rifiuta di partecipare ma non ha più seguito”
L’ultimo voto è stato allo stabilimento dell’Automotive Lighting (gruppo Fca, 700 dipendenti) di Tolmezzo, Udine, dove ha portato a casa l’87% dei consensi e otto rappresentanti sindacali su nove. Ma in questi giorni la Fim, il sindacato dei metalmeccanici della Cisl, si sta prendendo delle soddisfazioni in vari altri stabilimenti di Fiat-Chrysler, dove sono in corso i rinnovi dei rappresentanti sindacali. La Fiom di Maurizio Landini non partecipa al voto, perché non riconosce il contratto aziendale firmato dalle altre sigle, così le vittorie arrivano a mani basse.
Nel sito della Sevel di Val di Sangro, Chieto, in Abruzzo, che con 6.200 dipendenti è il più grande stabilimento del gruppo in Italia (si assemblano i Ducato e ci sono piattaforme dei veicoli industriali del gruppo Psa Boxter e Jumper), ha superato di poco il 50% dei voti. Le preferenze sono state 300 in più della volta precedente: 2.293 voti, lasciando alla seconda arrivata, la Uilm, 1.258 voti. Nella Magneti Marelli di Corbetta (Milano), dove sono impiegati oltre 1.200 lavoratori, ha ottenuto il 70% dei voti. Copione simile alla Fca ex Fma di Pratola Serra, con 1.500 lavoratori. Unica sconfitta a Melfi, dove ha vinto la Uilm e la Fim è arrivata terza. «Ma abbiamo fatto pulizia interna – commenta Marco Bentivogli, segretario generale della sigla sindacale -. Abbiamo allontanato dirigenti che erano al di fuori delle regole statutarie, con gravi violazioni. Vogliamo le regole prima del consenso».
La partita è ancora lunga: i siti del gruppo sono in totale 42, mancano ancora quelli di Pomigliano, i siti Maserati di Grugliasco e Modena, quello della Ferrari. Ma l’andazzo sarà probabilmente quello, con una probabile vittoria a Pomigliano e un probabile secondo posto a Grugliasco.
Per Marco Bentivogli è il momento di festeggiare i primi risultati. «Un risultato grandioso, straordinario, cresciamo ovunque sia come rappresentanti che come iscritti», dice a Linkiesta. Il significato per il segretario generale della Fim è chiaro: «Significa che siccome siamo stati i principali protagonisti della stagione contrattuale che ora sta permettendo la ripartenza, i risultati ci premiano. I lavoratori si fidano di chi non li lascia soli. Tutti parlano dell’abilità di Marchionne a riportare la Fca in Italia, ma Marchionne senza gli accordi sindacali avrebbbe chiuso, come in una cerniera, tutti gli stabilimenti da Termini Imerese a Mirafiori, passando da Pomigliano a Cassino. Ora c’è una ripartenza e viene dato il merito al sindacato che non è scappato. La Fiom si è salvata la coscienza, noi non abbiamo dato alibi a Fca».
La polemica contro la Fiom si è fatta accesissima da quando è stato annunciato il piano di assunzione di mille lavoratori in più rispetto al previsto a Melfi, dove si producono la Jeep Renegade e la Fiat 500X. «La Fiom ha chiuso a tutti gli accordi – continua Bentivogli -. Ora sciopera contro gli straordinari che a Pomigliano sono stati chiesti per l’aumento del lavoro, invece di ammettere gli errori. Loro sono forti solo nei talk show, dove si fa parlare solo Landini senza contraddittorio sindacale. Ma la quota degli iscritti alla Fiom è crollata, anche in altre aziende. Nell’Ast di Terni sono secondi dopo la Fim, così come all’Alcoa, all’Ilva sono quarti».
Alle elezioni la Fiom non partecipa, dopo lo scontro frontale con la Fiat che portò alla mancata firma del contratto, nel giugno 2011, e alla conseguente esplusione dei rappresentanti Fiom, nel gennaio 2012. Una condotta che fu giudicata antisindacale dalla Corte Costituzionale, la quale il 23 luglio 2013 ne impose la riammissione. «Il Testo Unico di Cigl, Cisl e Uil dice che chi non sottoscrive le regole della rappresentanza non partecipa alle elezioni – continua il segretario della Fim – . Loro non hanno firmato il contratto e sono rimasti fuori. La Corte Costituzionale ha riconosciuto il diritto di rappresentanza». Per Bentivogli le elezioni avrebbero potuto essere il momento di superamento della rottura. «Alla Fiom abbiamo detto: “Volete partecipare alle elezioni?”. Non abbiamo chiesto di sottoscrivere il contratto Fca, ma di condividere le regole che valgono per tutto il sindacato in Fiat. Loro hanno rifiutato. Grazie alla sentenza della Corte Costituzionale potranno nominare le loro Rsa, avranno un certo numero di rappresentanti in ciascuna fabbrica. Prenderanno, come prevede la sentenza, il numero di Rsa del sindacato che arriva a metà classifica. È più di quanto avrebbe preso con le votazioni, alla faccia della richiesta di maggiore democrazia nelle fabbriche».
Che succederà una volta finite le elezioni? «Noi puntiamo a far fare un salto alle relazioni industriali, a partire da Fca, in senso partecipativo – risponde Bentivogli -. Vogliamo essere protagonisti delle strategie. I nuovi sistemi produttivi della Fiat richiedono un maggiore ingegno cognitivo dei lavoratori. È un dato positivo. Vogliamo che le relazioni industriali continuino, la collaborazione non si può fermare alla linea produttiva».
13/02/2015