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Bentivogli: non basta ascoltare i disperati

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Intervista

La Stampa 24 febbraio 2015

 

Marco Bentivogli leader della Fim-Cisl

“NON BASTA ASCOLTARE I DISPERATI”

 Bentivogli, perché lei della Cisl accusa Landini di fare sindacalismo d’intrattenimento?

“Ai media piace chi fornisce una versione disperata e sconfittista della realtà. Danno visibilità ai sindacalisti profeti di sventura. La mia strategia sindacale è l’opposto”.

Cioè?

“Bisogna ascoltare la disperazione ma anche costruire soluzioni. Landini si ferma al primo passo. Bisogna saper trovare il buono oltre l’ideologia”.

Dov’è il buono nel Jobs Act?

“Con le tutele crescenti si avrà una fiammata di assunzioni. Ma la rete di protezione non c’è”.

La prima volta con Landini?

“Intorno al duemila, eravamo a Bologna, lui era arrivato da Reggio. Denunciai un atteggiamento settario di un suo funzionario e lui censurò quel comportamento. Lo apprezzai molto. Negli anni è cambiato”.

In cosa siete diversi?

“E’ dieci anni più vecchio. (Ride) Io sono distinto e distante da qualsiasi formazione politica “.

Lui non lo è?

“Vuole aprire un cantiere politico della sinistra sociale. Se c’è una cosa che fa infuriare gli operai è sentirsi dire da un sindacalista chi devono votare, li fa sentire presi in ostaggio”.

Mai in politica, Bentivogli?

“Io preferisco stare con gli altri metalmeccanici, mentre Landini si fa vedere con altra gente, la Briatore e Civati”.

Scarica Intervista Bentivogli-La Stampa