Bentivogli: Il sindacato 2.0 è multinazionale. Fim in Cina per la coalizione sindacale internazionale
Comunicato Stampa
Dichiarazione del Segretario Generale Fim Cisl Marco Bentivogli
Fim in Cina per la coalizione sindacale internazionale.
Il sindacato 2.0 è multinazionale.
A Tianjin, una delle zone industriali a maggiore sviluppo tecnologico industriale, si è tenuta in questa settimana la Conferenza Internazionale Europa-China sulla Contrattazione Collettiva organizzata dall’Istituto di Ricerca Mingde per le Relazioni Industriali di Pechino (BMRI).
La Cina ha avuto e prosegue un cammino poderoso di sviluppo industriale. Tuttavia questa crescita non è stata accompagnata dallo sviluppo di un sistema di contrattazione collettiva in grado di stimolare il cambio di strategia nel rapporto tra capitale e lavoro e questo si è tradotto in anni di conflitti e di difficoltà per quanto attiene alla libertà di associazione, rappresentanza e contrattazione.
Alla Conferenza partecipano non solo ONG, professori universitari, avvocati e sindacalisti cinesi, ma anche sindacalisti europei, in particolare belgi e svedesi. Per l’Italia sono presenti Iscos Cisl e il Segretario Generale della Fim Cisl Marco Bentivogli. La conferenza è si conclusa con la visita all’area industriale di Shenzhen.
Per il Segretario Generale della Fim Cisl Marco Bentivogli: in un momento in cui la Cina, nonostante i dati diffusi oggi, su un calo della crescita nel primo trimestre di quest’anno, continua e consolida la propria crescita globale con importanti acquisizioni di assets italiani, una strategia sindacale che costruisca una maggiore forza sindacale a livello globale attraverso la cooperazione tra organizzazioni sindacali e ONG del lavoro non è più rinviabile.
L’azione sindacale – secondo il leader della Fim- limitata nei confini nazionali ha sempre meno respiro e capacità di incidere sulle reali condizioni di lavoro. La scelta della Fim verso una più convinta internazionalizzazione sindacale non è solo un atto di solidarietà e vicinanza nei confronti dei lavoratori di paesi la cui competitività è spesso generata da uno scarso rispetto per diritti e libertà sindacali, ma anche una scelta dovuta alla consapevolezza che solamente standard minimi globali di diritti e di libertà potranno garantire a tutti i lavoratori un lavoro dignitoso.
E’ alla luce di tutto ciò – sottolinea Bentivogli – che, anche per i nostri stessi interessi, impongono un rapido superamento dello storico “provincialismo” del sindacato italiano. La Cisl sin dal 2008 ha ospitato nella sua Scuola Quadri giuristi e attivisti del lavoro cinesi e oggi prosegue con l’attività dell’Iscos. Industriall (Federazione Sindacale dell’Industria Europea) oggi conta su 6 milioni e 900.000 iscritti, in 37 paesi europei e 50 milioni di iscritti in 140 paesi a livello mondiale. A livello confederale europeo, la CES (ETUC) ha 60 milioni di iscritti in 39 paesi, mentre la Confederazione Mondiale (ITUC-CSI) – di cui FNSC ( Federazione Nazionale dei Sindacati Cinesi) non fa parte – ha 176 milioni di iscritti in 162 paesi. Il Sindacato, per ora è una potenza troppo scoordinata nell’azione, ma interdipendente nel destino. È ora di muoversi, per essere insieme tutti più forti.
Roma, 15 Aprile 2015
Ufficio Stampa Fim Cisl