IMS Sparone e Druento: Fim Torino evitato fallimento. Firmano anche Rsu Fiom; Fiom territoriale si dissocia
COMUNICATO STAMPA
EVITATO IL FALLIMENTO, in extremis, DELLA IMS DI SPARONE E DRUENTO,
250 LAVORATORI IN TUTTO
Accordo raggiunto tra FIM-CISL e tutte le RSU (5 su 6 FIOM) per il passaggio in affitto triennale a MTD (Gruppo Tiberina). FIOM TERRITORIALE non firma e le RSU FIOM si dissociano e sottoscrivono l’accordo approvato dal 90% dei lavoratori.
Si è conclusa positivamente l’odissea degli oltre 250 lavoratori rimasti in IMS, azienda produttrice tra l’altro di componenti per la Maserati e per Iveco che da Dicembre scorso, con gli scioperi negli stabilimenti di Sparone e Druento, avevano fatto emergere la grave situazione finanziaria della IMS e il conseguente rischio occupazionale. Le pressioni dei lavoratori e del sindacato avevano accelerato la spinta su IMS a trovare soluzioni di continuità occupazionale. Inizialmente il problema riguardava circa 350 lavoratori, e per 75 lavoratori provenienti da un ramo, la prototipia, che IMS aveva in affitto dalla ITL di Leini, vi è stata a fine Marzo una restituzione del ramo per un passaggio ad altra società, la OMA. Quindi rimanevano in bilico i 250 lavoratori di IMS degli stabilimenti di Druento e Sparone.
La ricerca di un partner per l’operazione ha fatto arrivare al tavolo delle trattative da Gennaio la MTD ( società del Gruppo Tiberina azienda Umbra con oltre 1600 dipendenti in vari stabilimenti in Italia e all’estero, riconosciuta come tra i migliori fornitori FIAT, e già presente in Provincia di Torino per l’acquisizione precedente di altra società) . A tal fine è stato individuato dalle aziende un percorso di affitto triennale delle attività di Druento e Sparone, con proposta, al termine, di acquisto. Ma era necessario arrivare ad un accordo sindacale per avere la disponibilità di MTD a portare avanti le attività lavorative. Disponibilità condizionata a non caricarsi di nessun debito di IMS, tra cui anche quelli verso i lavoratori, ai quali è stato richiesto una liberatoria in tal senso, ovvero di richiedere solo a IMS ogni arretrato retributivo.
Un accordo era quindi condizione indispensabile per evitare l’ imminente cessazione delle attività IMS, con gravi ripercussioni sui lavoratori. E da qui è partita una difficile trattativa che ha cercato di coniugare la difesa delle retribuzioni e dell’occupazione con la necessità di arrivare ad un accordo prima che la drammatica situazione finanziaria di IMS diventasse irreversibile e degenerasse, visto che già erano in atto azioni legali di vari creditori. Torino e Canavese ma ha prevalso la responsabilità di tutti, eccetto della FIOM.
Con l’accordo, sottoscritto il 22 Giugno presso l’AMMA di Torino, MTD garantirà l’occupazione ed IMS, grazie a questo affitto triennale, procederà nei prossimi giorni a presentare al Tribunale competente di Torino, istanza per amissione ad un concordato preventivo.
L’accordo raggiunto in sintesi prevede:
- La continuità occupazionale da subito per tutti i lavoratori con la MTD (circa 15fuori dai rami affittati, saranno invece ricollocati presso la società OMA di Leini);
- una procedura di mobilità atta alla ricollocazione/percorso pensionistico per alcuni lavoratori;
- l’intervento di MTD sin da subito a garanzia del pagamento delle retribuzioni arretrate di maggio e giugno che IMS non è più in grado di onorare;
- nessuna liberatoria per le retribuzioni imminenti (premio ferie) e per le ore di ferie, che pertanto saranno pagate a completo carico di MTD anche se arretrati di IMS
- pagamento, alla ricorrenza naturale, di tutta la 13ma 2015 ed il riconoscimento di tutti i permessi retribuiti, anche per le parti maturate come IMS, con la condizione che il futuro Commissario di IMS riconosca a MTD l’onere assunto come anticipazione per conto IMS.
- presentazione al Sindacato da parte di MTD di un piano industriale sugli stabilimenti di Druento e Sparone entro i prossimi 6 mesi.
Per la Segreteria FIM-CISL, Claudio Chiarle e Vito Bianchino “esprimono soddisfazione per il risultato raggiunto, per la responsabilità che tutte le RSU anche della FIOM hanno condotto la trattativa, e per come questa sia prevalsa sulla rigidità della Fiom, che, quando in qualche modo coinvolge Fiat, è capace di mettere a rischio 250 famiglie pur di dare continuità assurda ad una linea sindacale, quella di Landini, che pensa più alle coalizioni sociali che alla drammatica realtà con cui i lavoratori si devono confrontare in questa lunga crisi. Quanto accaduto in questa trattativa evidenzia un preoccupante segnale di come le posizioni Fiom vanno ormai sempre piu’ oltre ogni logica sindacale. Un sindacato che fa ipocritamente della “democrazia sindacale” un suo cavallo di battaglia, alla prova dei fatti, nonostante il parere positivo di tutte le RSU e del 90% dei lavoratori, decide di non firmare. Inoltre la FIOM oltre a non aver firmato l’accordo ha negato anche l’assistenza individuale ai suoi iscritti necessaria per validare le liberatorie individuali indispensabili, stante la situazione debitoria di IMS, per il passaggio nella MTD.E’ dovuta intervenire la FIM ad assistere gratuitamente gli iscritti FIOM e le RSU FIOM abbandonate dalla loro organizzazione…e questa la dice lunga sulla deriva di questo Sindacato.”
Torino 25 Giugno 2015