Microelettronica: Alberta, serve da parte del Governo una politica industriale di prospettiva
COMUNICATO STAMPA
Dichiarazione del Coordinatore nazionale Fim-Cisl Microelettronica Nicola Alberta
Microelettronica: Alberta, serve da parte del Governo una politica
industriale di prospettiva su un settore strategico
“Occorrono scelte forti da parte del Governo e delle istituzioni, tra cui la conferma del controllo pubblico su StM e l’attuazione dell’agenda digitale e indirizzi nei confronti delle aziende per il rilancio degli investimenti tecnologici”. “E’ urgente che finalmente ci si occupi di politica industriale e ci si preoccupi di sostenere i settori strategici, proprio per preservare e sviluppare il ruolo del nostro Paese tra le economie avanzate”. E’ quanto ha affermato Nicola Alberta coordinatore nazionale Fim Cisl della Microelettronica al convegno organizzato da Fim, Fiom e Uilm quest’oggi a Roma al Centro Congressi Cavour.
Scheda sul settore della Microelettronica
Il mercato mondiale della microelettronica e delle cosiddette “tecnologie chiave” (che comprende anche la nanoelettronica, la biotecnologia industriale, la fotonica e i sistemi di fabbricazione avanzata) è in rapida espansione.
Le stime di settore prevedono che crescerà, passando entro il 2015 da 646 miliardi a più di mille miliardi, mentre dal settore dipende circa il 10% del Pil Ue.
In Italia la microelettronica vede oggi circa 15mila addetti cui si aggiungono altri 30.000 dell’indotto, con il mercato nazionale che vale complessivamente un miliardo di euro, ma con profonde differenze rispetto al passato: nel 2000 più del 70% del mercato veniva da produzioni locali o europee, mentre oggi il 75% del volume della produzione e dei consumi mondiali di elettronica si è spostato sull’asse del Pacifico, nelle aree degli Usa e dell’Asia, e quindi importato.
In Europa le grandi aziende del settore si sono riunite nel “gruppo dei leader dell’elettronica”, che vede insieme i vertici di Alcatel-Lucent, StMicroelectronics, Soitec, Infineon, Globalfoundries, Nxp, Fraunhofer, Arm, Asml, Imec, Cea e Intel Ireland, e che chiede all’Ue di assicurare un ruolo di primo piano in questo campo, raddoppiando la produzione di componenti per semiconduttori nei prossimi dieci anni.
Tra le realtà industriali italiane o con sede in Italia che hanno un ruolo globale importante ci sono STMicroelectronics, con circa 10.000 addetti operanti nelle sedi di Agrate, Castelletto, Catania, Caserta, a controllo pubblico paritetico Italia-Francia, interessata da ipotesi di privatizzazione con il coinvolgimento del Fondo strategico di Cdp, tra i primi fornitori mondiali di semiconduttori nell’automobile e nelle soluzioni per l’industria, LSFoundry di Avezzano, che è la seconda realtà in Italia con circa 1.500 addetti, e la multinazionale statunitense Micron, che nel 2014 ha avviato un processo di ridimensionamento con la riduzione occupazionale di circa 400 unità nel nostro Paese e oggi occupa circa 800 addetti, e che ha in corso una procedura di licenziamento collettivo per 15 lavoratori.
Roma 2 luglio 2015
Ufficio Stampa Fim Cisl