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BENTIVOGLI : Meno “bianco” non si poteva. E’ una vittoria – l’ Unità 24 luglio 2015

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Meno “bianco” non si poteva. E’ una vittoria

l’Unità 24 luglio 2015

di Marco Bentivogli (Segretario Generale Fim Cisl)

Il settore dell’elettrodomestico per numero di occupati era secondo solo a quello delle automobili. Negli anni ’90 producevamo il 45% degli elettrodomestici venuti in Europa. Che fine hanno fatto i “padroni del bianco”. Le famiglie del capitalismo industriale del bianco, accanto ai problemi strutturali, negli ultimi vent’anni non hanno retto la sfida globale per diversi motivi. Le cause sono nel provincialismo e fiato corto, che ha portato a strategie al massimo legate al continente, mentre il mercato cresceva altrove e incapacità di ricambio generazionale adeguato nelle famiglie proprietarie. Vedete la foto dell’ultimo rampollo della famiglia Merloni della festa milionari a Cannes della fidanzata, nelle stesse ore in cui oltre 2.060 dei suoi ex dipendenti venivano licenziati è stato piuttosto grottesco. Il prologo della vertenza: nel 2013 Indesit presentò un ulteriore piano di riorganizzazione che prevedeva 1.425 licenziamenti e la chiusura dei siti di Melano (Fabriano) e Teverola (Caserta). Dopo mobilitazioni e scioperi il 3 dicembre 2013 si giunge ad un accordo, da tutti richiamato che non venne firmato dalla Fiom-Cgil, sconfitta nel referendum tra i lavoratori, appose successivamente la firma. Dopo pochi mesi dalla firma dell’accordo, a luglio 2014, la famiglia Merloni dopo intense trattative cede Indesit per 758milioni. Il piano industriale presentato da Whirlpool il 16 aprile scorso è invece tutt’altro che fantastico, “Sensing the difference”: questo è lo slogan della multinazionale e la differenza si vede subito. A dicembre 2014, Esther Berrozepe, nuova presidente di Whirlpool parlava di espansioni e non di sovrapposizioni e garantiva dialogo. Dopo pochi mesi, il prezzo da pagare è altro: la chiusura di quattro siti: Carinaro (Ce), Albacina (An), None (To), e Milano con 2.060 licenziamenti, di cui 815 a Carinaro. O con i lavoratori o con i camorristi. Proprio in quest’ottica di tenere saldate la questione occupazionale con quella sociale. Pena il rischio di lasciare terreno fertile alla camorra il 23 aprile scorso la Fim, abbiamo voluto ricordare Don Peppe Diana ucciso dalla Camorra a Casal di Principe, a pochi chilometri da Carinaro e successivamente con la First la bellissima mostra “la luce vince l’ombra”. L’azienda immobile per tutto il negoziato fa retromarcia dopo il 12 giugno, giorno della grande manifestazione nazionale del Gruppo a Varese davanti alla direzione. Manifestazione che ricompattò anche il fronte sindacale dopo che la Fiom aveva partecipato il 18 maggio, da sola, all’incontro in sede aziendale a Firenze. Incontro utile solo a dividere il fronte sindacale e cercò di delegittimare il ruolo prezioso di mediazione del Ministro Guidi. Il 23 giugno siamo arrivati alla firma, due mesi di lotta e negoziato che hanno convinto a retromarcia americani. Il nuovo piano industriale da bollettino di guerra diventa vero piano di rilancio. Domani lo ratificheremo a Palazzo Chigi alla presenza di Renzi. Il piano prevede missioni industriali per tutti i siti, attraverso l’insourcing di attività, la crescita di 650.000 pezzi dei volumi prodotti in Italia, 513,5mln€ di investimenti. Il 75% di tutti gli investimenti su R&S di tutta Ue concentrati in Italia. Cancellati i 2060 licenziamenti, ci saranno solo esodi volontari. Abbiamo impedito la chiusura di Carinaro che ripartirà con 320 lavoratori e in cui verrà concentrato il polo di Emea per accessori e ricambi per tutti i prodotti per i mercati UE, Africa e Medio Oriente. L’azienda investirà inoltre 2mln€ per la reindustrializzazione del sito di Teverola. Tutti i siti, da Cassinetta a Carinaro faranno prodotti a maggior redditività. Ho gestito, personalmente, le assemblee di Cassinetta e quella molto dura di Carinaro, partita con contestazioni durissime e finita con gli applausi e dove l’accordo è passato con il 76% dei consensi. I metalmeccanici sono persone serie e responsabili e capiscono sempre.

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