Summit sindacale mondiale a Parigi sul cambiamento climatico: “non ci sarà lavoro in un pianeta morto”
Giuseppe D’Ercole (Cisl), Kumi Naidoo (presidente esecutivo di Greenpeace International), Gianni Alioti (Fim)
E’ la prima volta di un vertice sindacale mondiale, promosso da ITUC/CSI (la Confederazione Internazionale dei Sindacati), dedicato ai cambiamenti climatici. Al summit, aperto lunedì mattina a Parigi, hanno partecipato oltre 200 rappresentanti sindacali provenienti da ben 44 paesi dei cinque continenti. Tra i partecipanti nove provenivano dall’Italia, rispettivamente 4 Cisl, 3 Cgil, 2 Uil. In discussione la lotta alla crisi climatica, ma con un’attenzione particolare agli esodi di massa dalla povertà, dalle guerre, dalle catastrofi ambientali.
Il Summit si e’ concluso nella giornata di ieri martedì 15 settembre. L’evento e’ servito a far giocare un ruolo pro-attivo del movimento sindacale, affinché i negoziati per il contrasto ai cambiamenti climatici – in programma sempre a Parigi all’inizio del prossimo mese di dicembre – abbiano un esito positivo.
L’australiana Sharan Burrow (segretaria generale ITUC) ha confermato, in apertura del summit, l’impegno del sindacato a livello globale per una conversione ecologica dell’economia che possa combattere in modo chiaro e coerente la disoccupazione, la disuguaglianza e il cambio climatico. Oggi in mattinata e’ atteso l’intervento del ministro degli esteri francesi, Laurent Fabius. Le conclusioni dei lavori sono stati, invece, affidati al presidente di ITUC/CSI, il brasiliano João Felicio, segretario internazionale della Cut.
La presenza di Laurent Fabius (ministro degli esteri francese) e’ stata molto importante in quanto il Governo francese coordina questa fase del negoziato sul clima che si concluderà con il vertice di Parigi a dicembre (COP21). E, fondamentale, per i sindacati e’ inserire anche i diritti del lavoro e dell’occupazione nell’ambito della trattativa, unitamente ad azione più solidale per le popolazioni più povere del Pianeta.
La parola d’ordine dei sindacati è la realizzazione di una “Giusta Transizione” verso l’economia a basso contenuto di carbonio. Significa accompagnare, il progressivo e accelerato abbandono dei combustibili fossili, con politiche del lavoro capaci di favorire il passaggio dei lavoratori alle nuove occupazioni, ai nuovi lavori.
Per i paesi poveri del pianeta questa “Giusta Transizione” deve essere accompagnata anche da un forte sostegno economico da parte dei paesi ricchi, per un accesso diretto di questi paesi alle migliori tecnologie disponibili per soddisfare in modo sostenibile le loro necessità primarie di energia , acqua e sicurezza alimentare. Con la concretezza e immediatezza degli aiuti sarà possibile frenare la fuga di popoli interi dalla fame, dalla siccità e dalle alluvioni.
La Cisl italiana, intervenuta nel dibattito, ha sollecitato tutto il sindacato internazionale ad avanzare proposte concrete e immediate per alimentare un “Fondo per il clima” a favore delle popolazioni più povere e più vulnerabili alle conseguenze ambientali che i cambiamenti climatici – dovuti ai gas serra – determinano.
Tra queste misure la Cisl ha proposto:
1. una tassa sulle transazioni finanziarie ad alta frequenza che alimentano le speculazioni e le rendite finanziarie;
2. una tassa minima sulle tratte aeree dei voli che si effettuano tra e nei paesi ricchi;
3. una carbon tax minima, globale e differenziata in base alla ricchezza delle diverse nazioni capace di favorire l’abbandono dei combustibili fossili a favore delle energie pulite.
Sono misure che non deprimono la buona economia e non penalizzano i ceti sociali medio bassi degli stati ricchi. Realizzano risorse concrete a favore dei più poveri e dei più svantaggiati del pianeta. E generano altrettante risorse per aiutare (garanzia del reddito, riqualificazione, mobilita’) le persone che lavorano in attività economiche a forte emissione di CO2 (agricoltura, energia, industria, trasporti) e che saranno interessati a processi di conversione produttiva.
Il 2 ottobre a Lima ci sarà un incontro tra le maggiori autorità finanziarie del pianeta per individuare come finanziare la lotta ai cambiamenti climatici. La tassazione sulle transazioni finanziarie risulta essere una delle ipotesi che sarà presente sul tavolo della discussione.
Il Summit, infine, ha confermato la grande manifestazione globale promossa dai sindacati e da tutte le Ong e associazioni impegnate sui temi ambientali e sociali, sui diritti del lavoro e della lotta alla povertà, prevista per il 29 novembre 2015 a Parigi alla vigilia del negoziato finale COP21. L’obiettivo e’ far pressione sui Governi per un accordo impegnativo, credibile e vincolante per tutti gli Stati contro la crisi e la catastrofe climatica.
La Fim e la Cisl non mancheranno di dare continuità al loro impegno sulla crisi climatica e nell’organizzare la partecipazione il 29 novembre a Parigi (a partire dai giovani). Anche alla luce della severa e forte sollecitazione di papa Francesco. Con l’enciclica “Laudato Si” ci sta chiedendo un’azione condivisa per una conversione ecologica integrale, capace di unire alla salvaguardia dell’ambiente la tutela del lavoro, la sua dignità e un’attenzione primaria e prioritaria alla vita delle popolazioni indigene e alla tutela delle persone più povere e vulnerabili.
A cura di Gianni Alioti e Giuseppe D’Ercole
Trade Union climate summit 14_150915 programma dell’evento
ituc_frontlines climate_change report_es report ITUC/CSI in spagnolo (marzo 2015)
ITUC climate change report report ITUC/CSI in inglese (maggio 2015)