Bentivogli: non basta rinfrescare la facciata – Jobnotizie.it
NON BASTA RINFRESCARE LA FACCIATA
“O il sindaco cambia veramente e in profondità o le persone faranno a meno di noi. Questa è la sfida che ci sta davanti.”
di Savatore Ciarlone, novembre 2015 jobnotizie.it
“Le fondamenta dell’azione sindacale hanno una radice etica e valoriale. Questo presupposto viene messo in discussione da più parti, ma il sindaco è, nella sua essenza la forma di solidarietà collettiva che i lavoratori si sono dati negli ultimi 200 anni. Sembra paradossale il parallelo ma sia per la Chiesa che per il sindacato la necessità di cambiamenti profondi rappresentano una necessità urgente”. Risponde così Marco Bentivogli, segretario generale della Fim-Cisl, alla domanda su valori, etica e nuove generazioni nell’era di Papa Francesco. “Il pontificato di Papa Francesco – prosegue il leader dei metalmeccanici – da questo punto di vista, ha colto i rischi di secolarizzazione della Chiesa e sta mettendo in fila, senza compromessi, la generazione che la Chiesa necessitava per ritornare tra le persone. Qualcuno dice che servono “maestri” per le nuove generazioni. Io penso che servono persone normali, con l’amore per l’umanità da cui derivi un senso civico forte e diffuso. Come diceva Giorgio Ambrosoli: ”i rischi che ho difronte, pesano meno della straordinaria occasione che ho di servire il mio Paese”. Questo deve essere il tratto distintivo di un uomo delle istituzioni, l’unico che può trasmettere il valore dell’esempio verso una cittadinanza sana, attiva e responsabile.
Volontà, entusiasmo, creatività, voglia di fare e di cambiare passo, scorge anche lei la nascita di una nuova Primavera Italiana?
Non fa notizia, ma un Paese che ha combattuto la crisi, che ha difeso il lavoro e la legalità, ha combattuto la criminalità c’è. Il nostro tradizionalismo esitante, la retorica morta del piagnisteo, da un lato appanna costantemente le energie migliori del paese, dall’altro non abbiamo saputo impedire la saldatura tra la vandea del rancore con la comunità degli operosi. I giovani hanno bisogno di maestri, di un passaggio di testimone positivo. Non si può dire ad un giovane che è il futuro parlandogli costantemente di ciò che non va, della pensione che non arriva mai. Le generazioni adulte devono costruire l’accoglienza delle nuove generazioni nella società civile, nel lavoro organizzato, nell’impegno civile più in generale. Ecco vedo che i “profeti di sventura”, onnipresenti nei media in questi ultimi due anni iniziano a perdere smalto. L’Expo è stato un esempio, il coro di chi puntava su un insuccesso e i 21 milioni di italiani che lo hanno visitato. Le persone hanno voglia di buone notizie e iniziano a capire che chi li rappresenta non può esaurire il proprio compito spaventandoli sul futuro, ma costruendone uno migliore.
Certo, nel nostro paese, ci vorrebbe un’altra informazione, come diceva già anni fa Pierpaolo Pasolini, nel seminare indignazione e omologazione l’effetto più forte è quello di inibire la partecipazione e far crescere la rassegnazione. Il ruolo del sindacato nel prossimo presente futuro?
Il sindacato deve avere la consapevolezza che è giunto al dunque. O cambia o le persone ne faranno a meno. Sostengo già da tempo che non sono più sufficienti operazioni di facciata, peraltro con la lentezza, di tre secoli fa. Sono indispensabili rapide scelte radicali, rifondative e rigeneratrici del sindacato italiano. Il nostro modello organizzativo associativo è tarato sugli anni ’90, epoca di concertazione. Stagione conclusa da almeno 14 anni. Il mercato del lavoro è fatto di 85 lavoratori atipici su 100 avviati al lavoro (dati Istat 2014). Avremo pensioni dopo il 2020 con almeno 45 anni di lavoro, dopo i 70 anni di età, pari al 46% dell’ultima retribuzione. Andiamo verso fabbriche 4.0, in cui il contributo delle persone cambierà radicalmente. Ecco stiamo costruendo un sindacato che anticipa e sfida il cambiamento. Il sindacato deve ritornare ad essere intercettore di persone e di esigenze nuove. Tenendo insieme le generazioni con una sintesi autentica che valorizzi i più deboli, chi ha meno tutele, chi fino ad oggi è stato invisibile. Un giovane lavoratore in Europa è iscritto al sindacato. I giovani devono sentire il sindacato come un mezzo importante, il sindacato deve dare protagonismo politico ai giovani. Il sindacato deve avere oggi la reputazione per rappresentare nel futuro che è già presente il suo messaggio fondativo: insieme per promuovere giustizia. Per questo lavoreremo senza tregua e senza fermarci un solo minuto.