2° INFOCONTRATTO: NON PERDIAMO ALTRO TEMPO, RINNOVIAMO CONTRATTO PER TUTTI
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INIZIARE TRATTATIVA PIÙ INTENSA E SERRATA
Roma 4 dicembre 2015
Dopo un mese dal primo incontro, si è tenuto, oggi, 4 dicembre 2015, a Roma, il secondo incontro per la trattativa di rinnovo del Contratto Nazionale (firmato il 5 dicembre 2012 da Fim e Uilm e che scadrà a fine anno) tra le delegazioni della Federmeccanica e delle Organizzazioni sindacali Fim, Fiom, Uilm.
Federmeccanica ha esordito richiamando i dati sulla situazione di crisi del settore e dichiarando la disponibilità su alcuni punti contenuti nelle due piattaforme, di Fim e Uilm da una parte, e di Fiom dall’altra, richiedendo ai sindacati di accogliere la propria impostazione di un rinnovamento della contrattazione in categoria.
Nella fase di apertura Federmeccanica ha ribadito, formalmente, l’importanza e la centralità del CCNL come strumento cardine delle relazioni industriali, basate su due livelli contrattuali che devono
avere funzioni distinte e specifiche. Il contratto nazionale deve garantire tutele economiche relative alla difesa del potere d’acquisto dall’inflazione e normative sociali a tutti i lavoratori.
Sul salario, il Contratto Nazionale, secondo Federmeccanica, deve definire garanzie minime, attraverso la definizione di “minimi salariali di garanzia” mentre il secondo livello deve redistribuire la ricchezza una volta prodotta.
Per Federmeccanica, dunque, il “rinnovamento contrattuale”, necessario per giungere al rinnovo entro fine anno, passa dall’introduzione di un singolare “salario minimo di garanzia individuale” sopra il quale non ci sarebbe alcun incremento salariale.
Al fine di determinare se il salario individuale sia sopra o sotto questo salario minimo di garanzia, Federmeccanica considererebbe tutte le voci retributive, quindi salario fisso aggiuntivo ai minimi contrattuali sia contrattato che individuale, ad eccezione delle cifre derivanti dai soli premi variabili.
Se così fosse, il CCNL, in termini economici, sarebbe applicato a meno del 5% dei lavoratori metalmeccanici. Inoltre, per Federmeccanica, l’adeguamento dei salari all’inflazione avverrebbe solo ex post, al termine dell’anno di riferimento, perdendo così tutti i mesi in cui l’inflazione registrata eroderebbe i salari.
Positive aperture, invece, sul fronte del Welfare aziendale, della Formazione e dell’inquadramento professionale.
Come Fim riteniamo che, per giungere a una conclusione positiva, si debba ripartire dallo spirito che portò alla firma degli ultimi due ccnl nel 2009 e 2012, sottoscritti a crisi già conclamata. I rinnovi contrattuali nei metalmeccanici hanno fatto bene ad imprese e lavoratori e questo non si può dimenticare, ma va anzi valorizzato costruendo il nuovo contratto.
Siamo disponibili a discutere di salario minimo di garanzia, solo se questo non eroderà ma anzi confermerà la platea dei metalmeccanici interessati dai minimi salariali fissati dal Contratto Nazionale e se consentirà di difendere e ampliare i due livelli contrattuali, marcando con maggiore nettezza la diversità delle funzioni dei diversi livelli. All’eterogeneità del settore si risponde con la contrattazione territoriale che, insieme a quella aziendale, va collegata con forza alla produttività. Consideriamo importanti le aperture su welfare (sanità e previdenza integrativa), inquadramento professionale e formazione. Serve, inoltre, uno sforzo autentico sul salto di qualità di relazioni industriali partecipative per portare il lavoro organizzato nelle decisioni sulle azioni strategiche delle imprese. L’insieme di questi aspetti normativi, rappresentano per la Fim Cisl, elementi importanti al pari degli incrementi salariali richiesti in piattaforma necessari a proseguire in modo costruttivo il negoziato.
Federmeccanica ha concluso l’incontro annunciando la presentazione di una proposta complessiva per il prossimo incontro calendarizzato il 22 dicembre 2015.
Ci auguriamo che Federmeccanica comprenda la necessità della ricerca di equilibri che consentano un Contratto innovativo e sostenibile e non aggiunga altri elementi che rischiano di far ripiombare la trattativa in lungaggini e ritualità inconcludenti che specie gli ultimi due contratti avevano lasciato dietro le spalle.
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