Relazione conclusiva sul Comitato Sindacale Mondiale Lavoratori Tenaris e Rete dei Sindacati di Ternium
Relazione scritta da Michel Marchetti e Giuseppe Cortivanis della RSU Fim-Cisl di Tenaris Dalmine
Nei giorni 12, 13 e 14 aprile 2016 si sono riuniti a Tokyo, Giappone i rappresentati dei sindacati che rappresentano i lavoratori nelle imprese Tenaris e Ternium, entrambe di proprietà del gruppo Techint. Del Comitato Sindacale Mondiale di Tenaris hanno partecipato i rappresentanti dei sindacati di Argentina (UOM), Canada (USW), Colombia (Sintratucar), Giappone (JBU, JFES KEIHIN), Indonesia (KEP), Italia (FIM-CISL, FIOM-CGIL) e Romania (METAROM). Per la rete di Ternium erano presenti i sindacati di Argentina (UOM), Colombia (Sintraferrasa), Guatemala (Sintraternium) e Messico (Los Mineros). Vonny Diananto, dell’ufficio regionale di IndustriALL nel Sud-Est asiatico, ha presieduto i tre giorni di riunione.
E’ stato confermato che al collega colombiano Rubén Montoya è stato finalmente riconosciuto da Tenaris un indennizzo economico a seguito del grave infortunio subito.
Uno dei primi argomenti trattati è stato il bisogno di creare un nuovo logo del comitato in maniera che possa rappresentare sia Tenaris sia Ternium. E’ stato chiesto se qualche sindacato sia in contatto con qualche grafico che possa realizzare delle bozze. L’idea di base è che il logo sia una “T” (Tenaris e Ternium) disegnata in modo da simbolizzare le attività produttive di entrambe le società.
Si è proseguito discutendo delle pessime condizioni di lavoro che ci sono in Guatemala. Si è deciso di scrivere una dichiarazione di protesta da consegnare ai vertici di Ternium e Techint per denunciare le seguenti problematiche:
- Ai lavoratori non vengono concesse adeguate ore di riposo; lavorano 12 ore al giorno per 28 giorni al mese, ai lavoratori vengono concesse solo due domeniche di riposo al mese.
- Ai rappresentanti sindacali non viene garantita la retribuzione per le giornate nelle quali svolgono attività sindacale.
Successivamente si è passati ad analizzare la situazione delle diverse fabbriche del gruppo. Si nota come in tutti gli impianti ci sia una flessione dei carichi di lavoro, più accentuata nei paesi sviluppati (dove i costi sono più alti) e meno nei paesi in via di sviluppo. Le due fabbriche canadesi sono completamente ferme da mesi, in Giappone i carichi sono molto bassi, Italia e Argentina si posizionano su una via di mezzo, mentre gli impianti di Messico, Romania, Colombia e Indonesia risentono un meno di questa flessione.
Anche gli investimenti hanno seguito questo schema, con una fortissima frenata nei paesi sviluppati e un proseguimento o addirittura un incremento nei paesi in via di sviluppo.
Per ovviare a bassi carichi di lavoro l’azienda ha seguito più o meno la stessa linea in tutti i paesi, privilegiando i pensionamenti anticipati e le dimissioni volontarie; nel caso non fossero sufficienti, ha fatto ricorso agli ammortizzatori sociali (dove presenti) e sospensioni dall’attività lavorativa.
Attualmente, in media, il salario dei dipendenti del gruppo in tutto il mondo si assesta al 75 % del valore del salario pre-crisi.
Si è deciso di cambiare il nome al Comitato: l’attuale denominazione “Comitato Sindacale Mondiale dei Lavoratori Tenaris e Rete dei Sindacati di Ternium” lascia il posto alla nuova denominazione “Comitato Sindacale Mondiale dei Lavoratori Tenaris/Ternium”.
Jorge Garcia Orgales, attuale coordinatore del Comitato Mondiale, ha annunciato l’intenzione di andare in pensione entro un paio d’anni. Per tanto ha chiesto di nominare un vice coordinatore per poterlo formare in vista di un futuro avvicendamento. Il Comitato ha scelto per questo ruolo Carlos De Sanctis del sindacato argentino.
Nel documento conclusivo del meeting, il Comitato riconosce che ci sia in atto una crisi che ha colpito le vendite e l’accesso al credito di Tenaris, ma si chiede che l’azienda non trasferisca questi problemi esclusivamente sulle spalle dei lavoratori, anche perché le perdite dell’azienda corrispondono in realtà ad una riduzione degli utili, e non ad un bilancio in rosso.
Perciò il Comitato chiede all’azienda un incontro con IndustriALL ed il Comitato stesso per valutare congiuntamente l’attuale situazione economica e intavolare un piano d’azione che preveda: la difesa dei posti di lavoro, investimenti in infrastrutture per il futuro, investimenti in ricerca e sviluppo.
Si chiede anche che l’azienda, insieme a IndustriALL e al Comitato, agisca affinché i governi nazionali si impegnino per garantire una stabilità del reddito dei lavoratori.
In fine si chiede all’azienda di lavorare congiuntamente ai rappresentanti sindacali dei singoli paesi per trovare soluzioni creative, umane e progressiste per affrontare il calo del mercato. Queste soluzioni si dovrebbero basare su alcuni principi: no ai licenziamenti, rispetto dei contratti aziendali nella loro interezza, protezione del reddito dei lavoratori e nessuna rappresaglia nei confronti dei rappresentanti sindacali.
…di seguito il documento conclusivo approvato dal Comitato Sindacale Mondiale dei Lavoratori tradotto in italiano: