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Il ruolo responsabile e consapevole del delegato

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LA FIM e la Formazione professionale

[estratto dal CCNL 2012]

IL DECALOGO DEL DELEGATO DECALOGO per DELEGATO 

Art. 4. – Formazione professionale

 

Nella prospettiva del processo di integrazione europea e al fine di favorire lo sviluppo occupazionale sia sotto il profilo qualitativo che quantitativo, le parti convengono sull’importanza della formazione professionale  quale  strumento  fondamentale  per  l’auspicata  valorizzazione  professionale  delle  risorse umane e per l’indispensabile incremento della competitività` internazionale delle imprese.

 

Le parti sono altresì d’accordo nell’attribuire rilevanza alla formazione professionale, in quanto fattore necessario per fronteggiare i problemi introdotti dai seguenti cambiamenti:

 

–     le trasformazioni dei sistemi di prestazione professionale che richiedono spesso contenuti di sapere più elevati a causa dell’introduzione di nuove tecnologie e di nuove forme organizzative;

–    il   mutamento  di   quadro  nell’ambito  istituzionale  scolastico  con   particolare  riferimento

all’ampliamento dell’obbligo scolastico ed alle conseguenti nuove prospettive di riqualificazione che si impongono obbligatoriamente alla formazione professionale;

–     l’evoluzione del processo di decentramento territoriale determinato dalla legge 15 marzo 1997, n. 59 e successive normative attuative, e la necessità` di coglierne tempestivamente tutte le opportunità che, nelle sedi istituzionali competenti, potranno configurarsi;

Le parti concordano altresì` sull’opportunità che tutti i lavoratori possano accedere durante l’arco della propria vita lavorativa a programmi di formazione ed aggiornamento professionale su contenuti attinenti alla realtà` produttiva aziendale; a  tal  fine le  commissioni aziendali  di  cui  al  successivo punto  4.3.  ne valuteranno la effettiva realizzabilità.

Tutto ciò premesso, fermo restando quanto previsto dall’Accordo Interconfederale del 20 gennaio 1993 e dalle successive intese, le  parti  stipulanti, consapevoli che  per  rispondere ai  problemi sopra delineati, occorre  arricchire  il  ruolo  delle  parti  sviluppando  ulteriori  forme  partecipative  e  di  collaborazione, esprimono la volontà di realizzare congiuntamente, in coerenza con gli schemi confederali, iniziative che si configurino come efficaci ed efficienti modalità di accesso di tipo settoriale, alle opportunità offerte dal sistema formativo con particolare riferimento a Fondimpresa.

4.1. Commissione nazionale per la formazione professionale e l’apprendistato.

Le parti stipulanti convengono di affidare alla  Commissione nazionale per la formazione professionale e l’apprendistato, formata da 6 (sei) rappresentanti per ciascuno dei due gruppi di sindacati stipulanti, oltre a quelli ad essa attribuiti dall’art. 5 del vigente Contratto collettivo per la disciplina dell’apprendistato, i seguenti compiti:

 

  1. monitorare  la  normativa  vigente  in  materia  di  formazione  professionale  sia  a  livello comunitario che nazionale;
  2. individuare   le   specifiche   esigenze   formative   del   settore   metalmeccanico   e   della installazione di impianti, utilizzando in particolare i risultati dell’indagine sui fabbisogni di professionalità di cui all’Accordo Interconfederale del 20 gennaio 1993 e successive intese, nonché le indicazioni fornite dalle Commissioni territoriali di cui al successivo punto 4.2.;
  3. promuovere presso i Ministeri competenti le iniziative idonee a sostenere le esigenze del settore metalmeccanico e delle installazioni di impianti;
  4. predisporre linee guida di indirizzo e di orientamento alle Commissioni territoriali di cui al successivo punto 4.2.;
  5. sviluppare, congiuntamente, come nel caso del progetto «Formazione per l’apprendistato», iniziative formative capaci di rispondere ai fabbisogni sopra rilevati con particolare riguardo a progetti finalizzati all’inserimento, all’aggiornamento e alla riqualificazione dei lavoratori in relazione a quanto imposto dall’innovazione tecnologica e organizzativa, nonché dalle esigenze richieste dalle politiche di qualità` e dal mercato;
  6. operare, in collegamento sinergico con Fondimpresa per quanto di sua competenza e con gli Organismi paritetici regionali di cui all’Accordo Interconfederale del 20 gennaio ’93 e alle successive intese, affinché le normative e le procedure elaborate in materia di formazione siano coerenti con le esigenze del settore prospettate al punto b) nonché allo scopo di individuare, sempre in collegamento con gli Organismi sopra citati, le opportunità e gli incentivi finanziari disponibili a livello europeo, nazionale e territoriale;
  7. individuare iniziative dirette a favorire adeguati interventi formativi a favore delle fasce deboli e dei lavoratori coinvolti in processi di mobilità;
  8. individuare modalità e  strumenti diretti ad agevolare l’accesso dei  lavoratori a  tempo determinato ad opportunità di formazione adeguata, per aumentarne la qualificazione al fine di un ottimale impiego professionale;

 

4.2. Commissioni territoriali per la formazione professionale e l’apprendistato.

Laddove  non  già  costituite,  le  Associazioni  territoriali  imprenditoriali  promuoveranno  d’intesa  con  le analoghe istanze territoriali delle Organizzazioni sindacali stipulanti, la costituzione di Commissioni paritetiche sulla formazione professionale e l’apprendistato, formate da massimo 6 (sei) rappresentanti per ciascuno dei due gruppi di sindacati stipulanti.

 

Le Commissioni paritetiche territoriali, oltre a quanto previsto dall’art. 5 del vigente Contratto collettivo per la disciplina dell’apprendistato, hanno il compito di:

 

  1. monitorare la normativa vigente in materia, con particolare riguardo a quella emanata a livello territoriale, al fine, tra l’altro, di cogliere tempestivamente tutte le opportunità` di volta in volta consentite dal sistema formativo e scolastico;
  2. b. individuare congiuntamente le specifiche esigenze formative del settore metalmeccanico e della installazione di impianti, con riferimento all’evoluzione delle tecnologie impiegate, utilizzando sia i risultati forniti dalla rilevazione dei fabbisogni formativi effettuata dall’organismo paritetico regionale di cui all’Accordo Interconfederale 20 gennaio 1993 e successive intese in collegamento con  l’attività della  Commissione nazionale di  cui  alla lettera b) del punto 4.1., sia quelli emersi da ulteriori rilevazioni «ad hoc» predisposte nel territorio, anche con riferimento ad iniziative di formazione continua eventualmente poste in essere dalle Aziende;
  3. proporre  congiuntamente  in  sintonia  con  l’Organismo  bilaterale  regionale  interventi formativi   finalizzati   al   soddisfacimento  dei   bisogni   specifici   della   categoria,  anche predisponendo progetti articolati nelle varie fasi di realizzazione, individuandone i soggetti responsabili, la struttura operativa, i tempi, i contenuti e le modalità di finanziamento, al fine di attingere alle risorse amministrate da Fondimpresa nonché a tutte le altre risorse disponibili a livello territoriale, nazionale e comunitario;
  4. promuovere la  sperimentazione  di  esperienze  di  collaborazione  tra  le  Organizzazioni imprenditoriali e dei lavoratori e gli organi pubblici al fine di facilitare il reimpiego dei lavoratori in mobilità secondo quanto indicato dall’Accordo Interconfederale 20 gennaio 1993;
  5. promuovere la sperimentazione di specifiche iniziative formative in materia ambientale e di sicurezza;
  6. proporre e favorire adeguati interventi formativi a favore delle fasce deboli; in particolare sulla base delle informazioni di cui alla lettera c) del punto 2.1. del precedente art. 2 le parti verificheranno le possibili iniziative tendenti a recuperare al sistema lavorativo i soggetti aventi diritto ad assunzione obbligatoria ai sensi di legge, proponendo agli Enti istituzionalmente competenti in collegamento con l’Organismo bilaterale regionale di cui all’Accordo Interconfederale 20 gennaio 1993 e successive intese, corsi di qualificazione che consentano di agevolare il reinserimento lavorativo di questi soggetti, tenendo conto dei fabbisogni di professionalità delle imprese quali emergeranno dall’indagine a ciò prevista dal citato Accordo Interconfederale e degli eventuali apporti propositivi forniti dalla Commissione nazionale di cui al precedente punto 4.1.;
  7. promuovere d’intesa con le Commissioni di cui al punto 5. del successivo art. 5 idonee attività di formazione a favore delle donne in vista della piena attuazione degli obiettivi di parità previsti dalla legge 10 aprile 1991, n. 125 nonché a favore delle lavoratrici in rientro dalla maternità;
  8. promuovere idonee  attività  di  formazione  a  favore  delle  lavoratrici  e  dei  lavoratori  in rientro dal congedo per eventi e cause particolari di cui all’art. 11, Sezione quarta, Titolo VI.

 

Le Commissioni paritetiche territoriali si riuniscono di norma trimestralmente o su richiesta di una delle parti,  presiedute  a  turno  da  un  componente  dei  due  gruppi  che  le  hanno  costituite,  deliberano all’unanimità per l’attuazione dei compiti sopraindicati e annualmente riferiranno sull’attività svolta alla Commissione paritetica nazionale di cui al precedente punto 4.1..

 

Le parti convengono che gli incontri della Commissione avranno sede presso l’Associazione territoriale che fornirà i servizi di segreteria. Le parti assicureranno un comune impegno di interlocuzione con le Istituzioni regionali competenti in materia di formazione professionale.

 

 

4.3. Commissioni aziendali per la formazione professionale.

 

Nelle Aziende che occupano complessivamente più di 1.000 dipendenti, di cui almeno 300 occupati presso una stessa unità produttiva, sarà costituita, su richiesta di una delle parti, una Commissione paritetica sulla formazione professionale, formata da non più di 6 componenti rispettivamente in rappresentanza della Direzione e in rappresentanza congiunta delle Organizzazioni sindacali, nazionali o territoriali, stipulanti il presente Contratto e della Rappresentanza sindacale unitaria, con il compito di:

  1. verificare a consuntivo il numero dei corsi realizzati nell’anno solare precedente, la loro tipologia, il numero delle giornate di formazione e quello complessivo dei dipendenti coinvolti;
  2. b. valutare la realizzabilità, in funzione delle specifiche esigenze aziendali, di progetti formativi per i lavoratori non coinvolti nei corsi realizzati precedentemente;
  3. esaminare le specifiche esigenze formative dei  lavoratori  con  riferimento all’evoluzione delle tecnologie impiegate in Azienda ed al fine di rispondere in modo più adeguato ed efficace alle necessità di mercato e di qualità del prodotto;
  4. segnalare i fabbisogni formativi, il numero dei lavoratori potenzialmente interessati nonché ogni altra notizia ritenuta utile, alle Commissioni territoriali competenti

 

In occasione degli incontri della Commissione sarà dato corso agli adempimenti per quanto riguarda i temi della formazione di cui all’art. 7, Sezione prima, del presente C.c.n.l..

 

Sono fatti salvi gli eventuali accordi aziendali esistenti in materia.

 

4.4. Referente per la formazione professionale.

 

Nelle unità produttive con oltre 300 dipendenti, al fine di rendere più efficiente ed efficace il confronto tra azienda  e  RSU  circa  la  definizione  di  piani  aziendali  finanziabili  anche  da  Fondimpresa,  la RSU potrà individuare al proprio interno un componente delegato alla formazione, che sarà referente specialistico dell’azienda sulla materia, conferendogli potere di firma per i piani condivisi.

 

L’azienda consentirà al referente per la formazione la frequenza a corsi formativi inerenti al ruolo che saranno attivati  utilizzando il conto di sistema di Fondimpresa, fatte salve le eventuali esigenze di carattere tecnico e produttivo.