“Sindacati: o si cambia o sarà il declino” – Gazzetta Di Modena
“Sindacati: o si cambia o sarà il declino”
Marco Bentivogli, segretario generale della Fim-Cisl, su innovazione, giovani, crisi e precarietà
Gazzetta Di Modena, 03 settembre 2016
di Gabriele Farina
“In alcuni casi siamo stati un freno all’innovazione”. E’ autocritico Marco Bentivogli nel definire il ruolo del sindacato oggi. A Ponte Alto il segretario generale della Fim-Cisl ha spiegato che le sigle sono ad un bivio:” cambiamento o declino”. L’ospite è pronto a domande impopolare. A ancora senso che ci siano Cgil, Cisl e Uil? Servono tante sigle all’interno (metalmeccanici, chimici…) o sarebbe meglio puntare su una semplificazione in stile tedesco? Dalla Germani è partito il modello dell’industria 4.0. Per l’autore di “Abbiamo rovinato l’Italia?” è indispensabile una “rete tra governi, imprese e sindacati” per essere subito parte al cambiamento e non dover attendere decenni. D’altronde, “è l’ultima occasione per portare la manifattura al centro”. Al centro dei sindacati ci sono i giovani? Per Bentivogli c’è ancora un forte divario, legato a diversi fattori.
La precarietà? Innegabile. “Su cento avviati al lavoro – ha spiegato Bentivogli – 85 non hanno nessuno degli articoli dello Statuto dei lavoratori. Le pensioni varranno meno della metà dello stipendio dopo il 2030 e arriveranno compiuti i settant’anni. Il patto generazionale oggi non esiste”. Sul Jobs Act l’ospite ravvisa luci ed ombre. “Non posso piazzare uno sciopero prima – ha aggiunto il sindacalista-scrittore-ma è una balla dire che risolve i problemi del Paese”. Bentivogli ha ricordato al conduttore (Enrico Grazioli, direttore della Gazzetta) che “la classe giornalistica ha una grande responsabilità”. Tre esempi negativi giungono dalla televisione. “Penso sia utile andare in tv – ha assicurato il trevigiano – ma sia sbagliato recitare una parte. Quando un mio collega (Maurizio Landini, segretario della Fiom Cgil) ha avuto un minutaggio uguale o superiore a tutti i sindacalisti è un problema di democrazia. Sono arrivati i 5stelle, ma Roberto Fico (presidente della Commissione di vigilanza) non ha neanche risposto alle interpellanze”. Non sono mancate le stangate agli imprenditori e al premier Matteo Renzi. “Il vecchio padrone moriva sulla sua parola – ha ricordato l’ospite – mentre ci sono relazioni “friendly” (amichevoli), in cui il vincolo tra il datore di lavoro e il lavoratore è ancora più debole. Anche il presidente del Consiglio dovrebbe approfondire questo punto: gli mancano alcuni aspetti”. Confermata la crisi degli imprenditori di seconda generazione, Bentivogli non ha difeso l’italianità “a tutti i costi”. L’importante è rialzare le sorti di un Paese “instabile, lento, burocratico, in cui tutti i costi sono più alti, a parte quello del lavoro”. A margine, l’autore ha risposto sul tema della riforma costituzionale, promossa dalla festa del Pd 2016. “Riteniamo sia importante semplificare il percorso parlamentare delle leggi – ha concluso l’ospite – è una riforma perfettibile, ma l’importante è che passi”.