Unità sindacale in azione: 100 milioni di lavoratori in sciopero in India
Venerdì 2 settembre 2016, i lavoratori in tutta l’India hanno partecipato massicciamente allo sciopero generale promosso unitariamente da dieci confederazioni sindacali contro la politica economica del Governo.
Lo sciopero generale proclamato unitariamente da dieci confederazioni sindacali (1) ha contato con l’adesione massiccia di lavoratori dei settori pubblici e privati, dell’industria e dei servizi. Specie nei settori più sindacalizzati. Automotive ed elettronica, miniere di carbone e siderurgia, ingegneria meccanica e difesa, tessile e abbigliamento, demolizioni e riparazioni navali, scuola e telecomunicazioni, trasporti pubblici e porti, banche e assicurazioni, petrolio e pubblico impiego.
Secondo i media indiani e internazionali hanno partecipato allo sciopero generale dai 100 ai 150 milioni di lavoratori. Un dato impressionante. Anche in rapporto al totale della popolazione. Che getta una nuova luce sulle tesi del declino inarrestabile dei sindacati. Sulla crisi irreversibile dei movimenti “labour oriented” contemporanei. Basta spostare l’analisi entro una cornice mondo…per accorgersi di quanto sia esteso il lavoro mercificato. E di quanto i lavoratori “non possano fare a meno del sindacato”.
Specie in contesti come l’India, dove il Governo sta attuando una serie di politiche contro i loro interessi. Come l’introduzione del lavoro a tempo determinato, l’aumento da 50 a 125 del limite delle ore di straordinario per trimestre e la privatizzazione della sicurezza sociale attraverso l’investimento in borsa del fondo pubblico dei lavoratori. E dove il salario minimo proposto dal Governo centrale arriverebbe a soli 120 euro al mese. La meta’ della richiesta sindacale di 240 euro al mese.
Non stiamo parlando di un paese povero. L’economia dell’India è una delle maggiori al mondo. Decima per prodotto interno lordo nominale. Terza secondo la teoria della parità dei poteri di acquisto (PPP). E una delle maggiormente in crescita (vedi grafico). L’India, tra i promotori del BRICS (con Brasile, Russia, Cina e Sudafrica), fa parte stabilmente del G20.
I sindacati considerano che queste “riforme” del lavoro e le ulteriori privatizzazioni nei settori strategici della difesa, delle ferrovie, delle banche e assicurazioni e della sanità, attuate unilateralmente dal Governo e dallo Stato, finiscono per ampliare l’esclusione sociale dei lavoratori.
Lo sciopero generale del 2 settembre non e’ stato un episodio. Nel settembre 2015 era stato realizzato uno sciopero nazionale a sostegno di una piattaforma di 12 punti. E scioperi e proteste si sono susseguite nell’anno in corso.
La piattaforma sindacale include le seguenti rivendicazioni:
1 Prendere misure urgenti per contenere l’aumento dei prezzi e proibire il commercio speculativo nel mercato delle materie prime e di alimenti base.
2 Prendere misure concrete per la creazione di nuovi posti di lavoro.
3 Applicazione obbligatoria e rigorosa della legislazione del lavoro e sanzioni severe in caso di violazione.
4 Copertura universale della sicurezza sociale per tutti i lavoratori.
5 Salario minimo non inferiore a 240 euro al mese.
6 Garantire pensioni non inferiori a 40 euro al mese.
7 Porre fine al dis-investimento delle imprese del settore pubblico a livello centrale e statale.
8 Porre fine al lavoro precario in impieghi a carattere permanente e affermare il principio “a uguale lavoro, uguale salario”.
9 Eliminare tutti i limiti massimi di pagamento dei bonus e dei fondi di previdenza; aumentando i premi di risultato.
10 Registro obbligatorio dei sindacati entro un tempo di 45 giorni e ratifica immediata delle Convenzioni OIL 87 e 98 sulla liberta’ sindacale e il diritto alla contrattazione collettiva
11 Porre fine agli emendamenti unilaterali del Governo sulla legislazione del lavoro
12 Porre fine agli investimenti diretti stranieri nei settori della difesa, assicurazioni e ferroviario
G Sanjeeva Reddy, presidente del Congresso Sindacale Nazionale dell’India e membro del Comitato Esecutivo di IndustriALL Global Union, si e’ complimentato con i lavoratori per la riuscita dello sciopero e per le manifestazioni pacifiche realizzate in molte città del paese.
“L’enorme successo dello sciopero sindacale unitario e’ la dimostrazione dell’unita’ dei lavoratori e del loro impegno a lottare contro l’ingiustizia. Un centinaio di milioni di lavoratori hanno scioperato. Fino ad oggi il Governo non ha fatto altro che servire gli interessi di un pugno di imprenditori e imprese multinazionali. Non si può più permettere che il Governo continui a tralasciare in India gli interessi fondamentali e le rivendicazioni di milioni di lavoratori e lavoratrici. Se il Governo non avvia un tavolo di negoziazione per studiare e discutere le rivendicazioni della forza lavoro, andremo a intensificare le nostre proteste”.
I sindacati affiliati a IndustriALL, la Confederazione unitaria dei sindacati del Pakistan (APFUTU) e il sindacato degli occupati nelle Zone Franche dello Sri Lanka (FTZ&GSEU), hanno manifestato il loro appoggio di solidarietà con lo sciopero.
(1) INTUC, AITUC, HMS, CITU, AIUTUC, TUCC, SEWA, AICCTU, UTUC e LPF…L’unica confederazione sindacale che non ha proclamato lo sciopero e’ la BMS (Bahartiya Mazdoor Sangh), l’ala sindacale del BJP il partito politico del primo ministro Narendra Modi, al potere.