Continuano in Messico gravi violazioni dei diritti sindacali
La Confederazione Internazionale dei Sindacati (ITUC/CSI), la sua Organizzazione Regionale per le Americhe (CSA) e la Unione Nazionale dei Lavoratori del Messico (UNT) hanno ricorso alla Commissione Interamericana dei Diritti Umani (CIDH) nella loro lotta contro l’uso dei “contratti di protezione” per le imprese.
Nel mese di dicembre di quest’anno le confederazioni rappresentative del sindacalismo libero e democratico hanno presentato alla CIDH testimonianze dettagliate, denunciando il ricorso persistente e generalizzato ai cosiddetti “contratti di protezione” in Messico. Con queste forme spurie di contratto collettivo le imprese, il Governo e i sindacati “charros” subalterni alle imprese e, spesso, a logiche malavitose, confabulano tra loro per negoziare accordi segreti ed oscuri per i lavoratori, stabilendo bassi salari (in allegato il grafico su comparazione salariale tra i principali paesi latino-americani) e benefici minimi o inesistenti. Il salario minimo mensile in Messico è, ormai, di molto inferiore a quello cinese e di altri paesi asiatici.
Questi contratti di protezione spogliano i lavoratori della loro voce sul lavoro e sono utilizzati come un mezzo per impedire lo sviluppo di sindacati liberi e indipendenti (come continua a succedere alla Teksid Hierro del Gruppo FCA, lungo il confine con gli Stati Uniti). Le organizzazioni sindacali internazionali hanno presentato ulteriori testimonianze riguardo a violente campagne antisindacali e reiterate negazioni del diritto di sciopero. Ciò dimostra che i lavoratori messicani non dispongono più di un effettivo ricorso alla giustizia e a forme di arbitrato realmente super partes. Queste pratiche violano i trattati fondamentali inter-americani, che proteggono chiaramente la libertà di associazione, incluso il diritto alla negoziazione collettiva e al diritto di sciopero.
“Durante anni, la CSI e la CSA, insieme con la propria affiliata messicana UNT, hanno combattuto le violazioni alla libertà sindacale e al diritto alla contrattazione collettiva in Messico, incluso il pernicioso sistema dei contratti di protezione, che si calcola siano 9 su 10 i contratti di lavoro depositati”, ha spiegato la segretaria generale della ITUC/CSI, Sharan Burrow. “Il coinvolgimento della CIDH è molto positivo perché completa il lavoro della OIL e abbiamo fiducia che possa accelerare l’introduzione di riforme in Messico”.
Come risposta alla pressione internazionale, il Governo del Messico ha iniziato una serie di riforme , approcciando la questione dei contratti di protezione. Le riforme costituzionali eliminerebbero le Giunte tripartite di Conciliazione e Arbitraggio (dominate da sindacati collusi) e trasferirebbero le loro funzioni al Potere Giudiziale (alla magistratura ordinaria). Tuttavia, recenti proposte governative di riforma della legge federale del lavoro potrebbero azzerare seriamente qualsiasi impatto positivo delle riforme costituzionali.
Il rapporto in spagnolo della CSI, CSA e UNT e’ qui disponibile: