Corea del Sud: i metalmeccanici di nuovo in piazza. “Esigiamo riforme che includano il rispetto dei nostri diritti”
Migliaia di attivisti del Sindacato dei Lavoratori Metalmeccanici della Corea del Sud sono tornati a manifestare di fronte all’Assemblea Nazionale (il loro parlamento) chiedendo la formale promulgazione di tre progetti di legge: 1. la riforma dei chaebol 2. un piano straordinario sullo sviluppo della base manifatturiera 3. il divieto alle pratiche antisindacali. Con questo atto pubblico a Seul si è conclusa una fase di azioni in tutto il paese a sostegno di queste richieste.
Migliaia di attivisti sindacali e lavoratori locali hanno manifestato davanti all’Assemblea Nazionale a Seúl per concludere una serie di proteste realizzate in precedenza di fronte alla Banca Coreana di Sviluppo, alla Banca Import-Export di Corea, alla sede aziendale della Hyundai Kia Motor in Yangjae-dong e alla sede aziendale di KB AutoTech in Seúl. Il sindacato dei metalmeccanici KMWU chiede al nuovo Governo di Jae-in, recentemente eletto, di promulgare tre progetti di legge di riforma. I manifestanti hanno marciato anche fino alle sedi dei Partiti maggiori (Partito Democratico di Corea, Partito Libertà Corea e Partito Popolare) per chiedere il sostegno parlamentare ai tre progetti di legge richiesti.
Il presidente del KMWU, Kim Sang Gu, durante il suo comizio ha rivolto ai manifestanti queste parole:
“Dopo l’elezione del Presidente Moon Jae-in si sono prodotte molte aspettative di cambiamento. Tuttavia, la vita dei lavoratori non è cambiata in assoluto. Continua la protesta dei lavoratori precari della costruzione navale e lavoratori/lavoratrici di YPR (Yoosung Piston Rings) e KB Autotech (Kabwool) continuano lottando contro le politiche antisindacali. […] Nonostante sia cambiato il Governo, le nostre lotte continuano”.Il dirigente sindacale si è riferito al modo di come i grandi conglomerati aziendali, proprietà di famiglie possidenti, conosciuti come chaebol, sfruttano i lavoratori della catena di approvvigionamento e sub-fornitura. Ha parlato, altresì, delle politiche anti-sindacali che sono attuate da fornitori come YPR (Yoosung) e KB Autotech (Kabwool), al fine di realizzare guadagni facili. Kim Sang Gu ha rivendicato che si analizzi l’origine di tutti i problemi esistenti, per terminare cosí con il sistema di sfruttamento degli chaebol.
In aprile, il sindacato KMWU ha portato a termine un esteso programma di azioni regionali, facendo pressione per le riforme. Si sono realizzate proteste a Ulsan, Daegu, Busan, Cheongju, Incheon, Changwon e Cheonan.
Valter Sanches, Segretario Generale di IndustriALL Global Union, si è complimentato per l’elezione del nuovo Presidente della Corea del Sud, Moon Jae-in. Nella sua lettera, Sanches ha segnalato:
“I sindacati coreani affiliati a IndustriALL hanno richiesto al suo nuovo Governo di cambiare radicalmente le politiche e gli abusi attuati dal vecchio regime. Siamo totalmente d’accordo con i nostri affiliati della Corea che gli elementi fondamentali di questa riorganizzazione economica sono la riforma degli chaebol e il divieto delle attività antisindacali commesse dai conglomerati aziendali con la connivenza del Governo precedente. IndustriALL e i suoi sindacati affiliati in tutto il mondo è da molti anni che solidarizzano con i sindacati coreani rispetto a questi problemi”.
In una recente missione di solidarietà con la Corea del Sud, Sharan Burrow, segretaria generale della Confederazione Sindacale Internazionale, ha visitato Han Sang-gyun, presidente della Confederazione dei Sindacati della Corea (KCTU), in carcere dal dicembre 2015 e condannato definitivamente a tre anni di reclusione accusato di aver organizzato manifestazioni anti-governative nei confronti della ex-presidente Park.
Consegnando un messaggio di speranza a Han Sang-gyun, Burrow ha detto:
“Alla fine della rivoluzione delle candele, sia il dirigente del sindacato sia la presidente corrotta si trovano in carcere. Tuttavia, mentre la ex-presidente è amareggiata, il dirigente sindacale è pieno di speranze per una nuova epoca di diritti, salari giusti, riforma aziendale e lavoro decente per il popolo di Corea”.
Han Sang-gyun ad aprile di quest’anno è stato insignito del premio Febe Elizabeth Velásquez (1962-1989), la leader sindacale di El Salvador assassinata per la sua attività. Il premio è attribuito ogni anno a persone che hanno dato un contributo eccezionale alla difesa e protezione dei diritti sindacali e umani.
In un comunicato letto dal vice-presidente della KCTU, Lee Sang Jin nella cerimonia di consegna del premio, Han scrive:
“Il capitalismo che ha distrutto la vera democrazia e i mezzi di vita dei lavoratori nel mio paese, si è convertito in una forma più pericolosa e terribile di dittatura che le dittature militari del nostro passato. […] In questo clima politico dove ci vedono come nemici dello Stato, la KCTU non può inchinarsi alla maniera cinese davanti al Governo semplicemente per timore della repressione nei nostri confronti. […] La storia della KCTU si basa nella lotta per i diritti democratici, i diritti sindacali e i diritti umani e la resistenza agli attacchi del Governo e degli imprenditori. E abbiamo continuato a conservare questo ricco lascito. Come leader della KCTU e rappresentante della classe lavoratrice, è per me naturale stare in prima linea. […] Quando sono stato informato che avrei ricevuto il Premio Sindacale Febe Elizabeth Velasquez, nel contemplare i piccoli confini della mia cella, mi sono sentito enormemente onorato e, a dire il vero, sorpreso”.Il segretario generale di IndustriALL, Valter Sanches, lo ricorda in questo modo:
“Quando a novembre dell’anno scorso ho visitato in carcere il presidente del sindacato Han, sono rimasto impressionato per la sua umiltà, la sua forza e il suo impegno con la lotta per i diritti sindacali e umani in Corea. […] Il presidente Han è una persona coraggiosa che ha sacrificato parte della sua vita e ha ispirato a migliaia di persone a passare all’azione. Questa azione ha permesso di rovesciare e incarcerare la ex-presidente coreana Park.”
Ironia della sorte, poco prima che Han ricevesse il premio, la ex-presidente della Corea del Sud, Park Geun-hye e il vice-presidente del Gruppo Samsung, Lee Jay-yong sono finiti nello stesso carcere in cui è rinchiuso Han.
L’Osservatorio per la Protezione dei Difensori dei Diritti Umani (FIDH-OMCT) nel mese di maggio ha chiesto alle Autorità coreane di rilasciare il leader sindacale Han Sang-gyun e di risarcirlo per la privazione della libertà che ha subito. La richiesta si basa sulla dichiarazione espressa dal Gruppo di Lavoro delle Nazioni Unite sulle Detenzioni Arbitrarie (WGDA).
Il WGDA ha dichiarato arbitraria la privazione della libertà di Han Sang-gyun in quanto (nelle manifestazioni contestate) si era limitato a esercitare i propri diritti di libertà d’espressione e di assemblea pacifica. Questi diritti sono garantiti dagli Articoli 19 e 20 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo (UDHR) e gli Articoli 19 e 21 dell’International Covenant on Civil and Political Rights (ICCPR). La Corea del Sud è uno Stato che aderisce all’ICCPR.
Il responsabile dell’osservatorio Dimitris Christopoulos, a questo proposito, ha affermato: “Il nuovo presidente Moon Jae-in ha un’opportunità d’oro per marcare una chiara discontinuità con il suo predecessore e dimostrare che la sua amministrazione è conforme con gli standard internazionali sui diritti umani e con la giurisprudenza. Moon dovrebbe prestare attenzione alle norme delle Nazioni Unite e ordinare l’immediato rilascio di Han […]. Han mai avrebbe dovuto essere perseguitato e privato della sua libertà”.
A cura dell’Ufficio Internazionale FIM-CISL