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Quando l’automazione non è un rischio ma un’opportunità – Il Foglio 23 sett.17

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Quando l’automazione non è un rischio ma un’opportunità

Lezioni per i sindacati retrò dalla rivoluzione dei robot in Germania

Francesco Maselli – Il Foglio 23 settembre 2017

I sindacati tedeschi hanno raccolto e vinto, per ora, la sfida dell’innovazione. È quanto riporta Matthew Karnitsching, giornalista di Politico.eu, che ha analizzato la loro capacità di adattarsi ai nuovi modelli produttivi e spingere per maggiore innovazione nelle imprese, accettando senza paura l’automazione.

La Germania è uno dei paesi con il più alto tasso di robot per lavoratore al mondo. Secondo gli economisti Wolfang Dauth, Sebastian Findeisen, Jens Sudekum e Nicole Woessner del Center for economic and policy research, in Germania ci sono 7,6 robot ogni mille lavoratori contro i 2,7 degli Stati Uniti e l’1,6 dell’Europa. Ciononostante il paese continua a essere una delle maggiori potenze manifatturiere e ad avere uno dei tassi di disoccupazione più bassi dei paesi Ocse.

Non solo: la manifattura assorbe circa un quarto della forza lavoro, numeri enormi se comparati a quelli americani (9%). Secondo la ricerca i livelli di occupazione non sono intaccati dalla sempre maggiore automazione delle imprese, anzi: “Sorprendentemente-scrivono gli economisti- i lavoratori esposti alla concorrenza dei robot hanno una maggiore possibilità di mantenere il posto di lavoro nella propria azienda, perché molti di loro sono utilizzati in differenti mansioni”.

L’automazione si ripercuote però su chi cerca di entrare nel mendo del lavoro, perché in alcuni settori ci sarà minore domanda di impiego. Ecco perché i sindacati tedeschi si stanno organizzando: “se non reagiamo velocemente a questi sviluppi tecnologici non riusciremo a contenere la digitalizzazione. Ne saremo travolti”, ha detto Wolfang Lutterbach, dirigente della Cgb, la confederazione che riunisce gli otto principali sindacati tedeschi. In Germania, al momento, non c’è traccia di luddismo o voglia di incolpare l’automazione per le difficoltà del mercato del lavoro. Merito non solo di un tasso di disoccupazione ormai basso da anni, ma anche di una cultura sindacale aperta ai cambiamenti e al dibattito con le tre parti sociali.

Marco Bentivogli, segretario generale della Fim Cisl, da sempre molto attento all’impatto della tecnologia nel mondo del lavoro, ha aiutato il Foglio a capire perché il sindacato tedesco non solo non ha paura di affrontare l’automazione, ma accompagna con entusiasmo la rivoluzione: “nessuno ha ancora dimostrato che i robot tolgono lavoro agli uomini senza creare nuove professionalità. La sfida non è conservare posti di lavoro obsoleti, ma creare degli ecosistemi innovativi. I tedeschi lo hanno capito per primi avviando il loro piano di industria 4.0 nel 2006. Per capirci, il nostro è dello scorso anno”.

L’ecosistema innovativo descritto da Bentivogli è necessario per aiutare le imprese a lavorare in un ambiente più sviluppato tecnologicamente e più sostenibile: “puoi avere l’impresa più automatizzata al mondo, ma se l’ambiente circostante non sta al passo serve a poco- ragiona il sindacalista- per questo c’è bisogno di investimenti e la capacità del sindacato di accompagnarli senza fare resistenze inutili. Anche perché un maggiore sviluppo tecnologico migliorerà, nel lungo periodo, le condizioni di lavoro. La Fim Cisl lo sostiene da tempo, anche quando non era poi così popolare puntare sull’innovazione”.

Il punto è chiaro: quanto c’è di umano in un lavoro competitivo e alienante , come quello di un operaio in una catena di montaggio? Probabilmente poco, ed è per questo che secondo Bentivogli le nuove tecnologie libereranno potenziale inespresso: “ oggi si parla molto di realtà aumentata. l’innovazione può essere il modo per creare lavora o “umanità aumentata”, mansioni in cui l’uomo è più forte della macchina. I sindacati tedeschi da sempre lavorano insieme alle aziende per individuare i rischi, cercare di contenerli e vedere quali sono le opportunità. Questo approccio è molto utile ora che siamo di fronte a una rivoluzione industriale con pochi precedenti”  l’atteggiamento nei confronti dei robot e dell’innovazione tecnologica è coerente con la cultura tedesca . “ Il loro sindacato ha sempre avuto due grandi qualità: competente sui dossier tecnici e capace di avere una visione del futuro- sostiene Bentivogli- ha una missione molto semplice: aiutare il sistema produttivo. In Italia, a volte, pare essere una bestemmia pensare al bene dell’impresa”.

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