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Resoconto del Comitato Esecutivo di IndustriALL riunito in Messico

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Il Comitato Esecutivo di IndustriALL Global Union, riunito in Ciudad de México, i giorni 29 e 30 di novembre, ha chiesto al nuovo Governo messicano di Andrés Manuel López Obrador (AMLO) di mettere fine ai “contratti di protezione padronale”, garantendo la piena libertà sindacale e il diritto alla negoziazione collettiva, come prevede la Convenzione 87 dell’ILO recentemente ratificata dal nuovo Senato del Messico. Ha, inoltre, riconfermato sia la propria lotta in difesa della democrazia sindacale di fronte all’ondata reazionaria dei Governi neo-liberisti (specie in Argentina e Brasile), sia il proprio impegno a continuare la lotta contro la violenza di genere.

Il luogo e le date per la seconda riunione nel 2018 del Comitato Esecutivo non sono stati scelti a caso: a Ciudad de México nei giorni precedenti l’insediamento del nuovo presidente eletto. “Il suo Governo significa un soffio di vento fresco, in opposizione al resto del mondo, dove vediamo sorgere governi neo-liberisti e oppressivi che attaccano i diritti dei lavoratori”, ha affermato il segretario generale di IndustriALL Global Union, Valter Sanches in apertura dei lavori del Comitato Esecutivo, davanti a 200 dirigenti sindacali di tutto il mondo (60 membri del Comitato Esecutivo, più 140 tra osservatori sindacali e invitati esterni).

In rappresentanza delle sette federazioni sindacali italiane affiliate a IndustriALL (FEMCA, FLAEI e FIM della CISL; FILTCEM e FIOM della CGIL; UILM e UILTEC della UIL) hanno partecipato Gianni Alioti della FIM-CISL come membro titolare del Comitato Esecutivo, Stefano Maruca e Barbara Arsieni – rispettivamente di FIOM-CGIL e FIM-CISL, come osservatori.

Nel suo intervento introduttivo il presidente di IndustriALL, Jörg Hofmann ha deplorato come le politiche di chiusura nazionaliste e la guerra commerciale tra USA e Cina, abbiano impatti ed effetti negativi in tutto il mondo, in quanto le attività economiche e industriali sono ormai inter-connesse a livello globale. Ha, invece, salutato positivamente i cambi politici verificatesi, dall’ultima riunione del Comitato Esecutivo, oltre che in Messico anche nel continente africano e in Corea del Sud. Al contrario ha manifestato disappunto e contrarietà per l’elezione di Bolsonaro alla presidenza del Brasile, anche per le conseguenze negative sull’intera regione. Le politiche economiche annunciate da Bolsonaro rappresentano, secondo l’opinione comune di tutti i sindacati brasiliani, un duro golpe ai diritti dei lavoratori e alle misure sociali per la popolazione.

Il segretario generale di IndustriALL, Valter Sanches ha richiamato, nella sua relazione, gli obiettivi del piano d’azione, la lotta contro le violazioni dei diritti fondamentali e la priorità del lavoro di sindacalizzazione. Su questi aspetti, se si vogliono conseguire risultati concreti, è necessario migliorare l’applicazione dei GFAs, oltre che firmarne di nuovi. Ha espresso la solidarietà di IndustriALL al sindacato dell’auto UAW e la rete sindacale globale di GM per la decisione dell’Azienda di licenziare 14mila persone, chiudendo 5 fabbriche in Nord America e altre 2 nel resto del mondo. Infine, ha richiamato tutti i sindacati affiliati a impegnarsi con maggiore determinazione sia nella lotta contro le forme peggiori di lavoro precario, sia nell’azione di tutela della salute e sicurezza sul lavoro. Su quest’ultimo punto ha citato la situazione in Pakistan, dove tutte le settimane accadono incidenti mortali nelle miniere: oltre 300 morti nel 2018 da gennaio a ottobre.

Tanto Sanches quanto il presidente de IndustriALL, Jörg Hofmann, si sono felicitati con il nuovo Governo del Messico per i cambiamenti in materia di libertà e democrazia sindacale e hanno celebrato il ritorno in Messico del presidente de “Los Mineros” e membro del Comitato Esecutivo di IndustriALL, Napoleón Gómez Urrutia, dopo 12 anni in esilio in Canada grazie alla solidarietà degli Steel Workers, il più grande sindacato di categoria nord-americano .

I partecipanti al Comitato Esecutivo nella mattina del 30 novembre, prima della ripresa dei lavori, hanno realizzato una manifestazione con un migliaio di lavoratori e rappresentanti sindacali de Los Mineros per chiedere al nuovo Governo messicano di porre fine ai “contratti di protezione padronale”, che hanno finora impedito nel paese un pieno esercizio della libertà sindacale e della contrattazione collettiva.

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A questo proposito i membri del Comitato Esecutivo hanno espresso il loro sostegno ai lavoratori della fabbrica Goodyear di San Luis Potosí in Messico, che sono stati licenziati per essersi organizzati in un sindacato libero e indipendente, decidendo di pianificare una campagna globale di solidarietà.

Inoltre, sono state adottate le raccomandazioni del Comitato Donne che, tra le altre cose, ha chiesto che sia i diversi settori organizzati in IndustriALL, sia le reti sindacali globali delle imprese multinazionali elaborino strategie per analizzare i problemi che affrontano le donne sui luoghi di lavoro e nei sindacati, sviluppando campagne per far fronte a questi problemi.

I delegati hanno confermato il loro sostegno alle campagne internazionali attive di IndustriALL contro Shell e Glencore, per obbligare entrambe le multinazionali a rispettare i diritti dei loro lavoratori allo stesso modo in tutto il mondo. Il Comitato Esecutivo è stato informato sia di altre violazioni ai diritti dei lavoratori da parte di Gold Fields e Stillwater in Sudafrica, sia del perdurare di quelle già denunciate nei confronti di Volkswagen (VW) negli Stati Uniti.

In questo senso gli Accordi Quadro Globali (GFAs) firmati finora con 49 imprese multinazionali si distinguono come un importante strumento per proteggere i diritti e gli interessi dei lavoratori in tutta la catena di fornitura delle imprese firmatarie. Tuttavia, l’esperienza e il giudizio degli affiliati sull’attuazione degli GFAs varia tra paese e paese, per cui si è condiviso di dar seguito al Gruppo di Lavoro sullo sviluppo dell’implementazione degli accordi con le differenti imprese.

Il Comitato Esecutivo ha, anche, adottato un Piano d’Azione verso un commercio internazionale equo e una politica industriale sostenibile, affinché i sindacati affiliati possano intervenire nelle negoziazioni di accordi e trattati commerciali bilaterali e multilaterali dei loro rispettivi paesi. Inoltre, ha approvato la dichiarazione di IndustriALL Global Union e industriAll Europe su una transizione giusta di fronte al cambio climatico, per assicurare la creazione di posti di lavoro durevoli e sostenibili.

Infine, il Comitato Esecutivo ha approvato una serie di risoluzioni:

  • Una condanna all’interruzione violenta da parte della CTM (il sindacato “charro” messicano)[1] delle elezioni sindacali in corso nelle fabbriche di Arneses y Accesorios de México del Gruppo PKC, in Ciudad Acuña, Coahuila (lo stesso Stato dove si trova la Teksid Hierro del Gruppo FCA), dove Los Mineros hanno sfidato la CTM per la titolarità del contratto collettivo. Gruppi della CTM hanno assaltato i seggi elettorali, distruggendo le urne e sottraendo quasi 3mila schede di lavoratori che avevano già votato.
  • Un appello al Governo del Bangladesh affinché siano garantite le ispezioni indipendenti previste dall’Accordo quadro internazionale sulla sicurezza nelle fabbriche tessili, fino all’insediamento di un organismo pubblico nazionale, in grado di assumere le funzioni di controllo e vigilanza.
  • Un appello al Governo dell’Ungheria affinché agisca in accordo con le norme fondamentali del lavoro esistenti in ambito nazionale e internazionale.
  • Una notifica del Comitato Esecutivo al management di Volkswagen, nella quale si comunica l’intenzione di IndustriALL di sospendere l’Accordo Quadro Globale, nel caso che l’Azienda non ritiri il contenzioso legale contro la decisione della Giunta Nazionale di Relazioni del Lavoro degli USA di riconoscere a un gruppo di lavoratori, del sito produttivo di Chattanooga in Tennessee, il diritto di formare un sindacato e negoziare un contratto collettivo.

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[1] In Messico, con il termine di charrismo sindacale si definisce il fenomeno di completa subordinazione e sottomissione dei dirigenti sindacali all’apparato dello Stato e ai padroni. La parola ricorda un episodio del 1948 quando il governo “di sinistra” del Generale Lazaro Cardenas del Rio impose con la forza la fine dell’autonomia e della libertà sindacale, subordinando il movimento operaio alla struttura burocratica e autoritaria al potere. Il charrismo è una delle forme del corporativismo politico che è servito come forma di controllo per sostenere e riprodurre regimi politici autoritari e corrotti in Messico. I Governi che si sono finora succeduti, per assicurarsi la fedeltà dei sindacalisti charros, gli hanno garantito – attraverso la legislazione – il controllo delle quote sindacali obbligatorie, la gestione di fondi di risparmio, di programmi per la casa, per la formazione e borse di studio che – normalmente – beneficiano solo le persone più vicine (compresi i familiari) al “cerchio magico” del leader sindacale charro. Tutto ciò li ha trasformati in leader ciechi e sordi alle istanze dei lavoratori, servili con i potenti e despoti con gli operai.