Skip to content Skip to main navigation Skip to footer

Intervista al Corriere della Sera: FCA, Renault, Bentivogli: «Ora certezze su posti e investimenti Il governo batta un colpo»

Condividi questa pagina

FCA, Renault, Bentivogli: «Ora certezze su posti e investimenti Il governo batta un colpo»

di Rita Querzé 28 maggio 2019

Intervista a Marco Bentivogli Segretario generale Fim Cisl

Che cosa pensa dell’operazione Fca-Renault?

«E’ la direzione giusta. In qualche modo era inevitabile: Fca doveva trovare un partner. Lo imponeva la tendenza del settore a concentrarsi, complici anche gli enormi investimenti necessari a passare al motore elettrico e alla guida autonoma», risponde il leader dei metalmeccanici della Cisl Marco Bentivogli.

E i posti di lavoro? Le fusioni comportano ristrutturazioni.

«La questione si pone. Renault ha 20 stabilimenti in Europa mentre Fca ne ha sette. Chiediamo subito un incontro in cui il nuovo gruppo confermi gli impegni sui posti e sui 5 miliardi di investimenti nel nostro Paese»

Renault è partecipata dal governo francese. Il governo italiano è al vostro fianco?

«Sta scherzando? La situazione è davanti agli occhi di tutti: di solito la politica industriale si intreccia con la politica estera. Da noi il governo fa solo battute sui giornali e nei talk show sulla Francia e su Macron. Di Maio è andato a incontrare i gilet gialli nei giorni in cui incendiavano hotel e rompevano vetrine. La verità è che in questo delicato confronto siamo soli».

Veramente con il decreto Dignità il governo ha cercato di porre qualche paletto alle multinazionali…

«E a cosa è servito? Quante ne ha sanzionate?».

Quante?

«A me non risulta alcuna sanzione, solo propaganda».

Torniamo a Fca. Quali carte ha l’Italia da giocare per tenere le produzioni?

«La produzione di marchi come Alfa Romeo o Maserati difficilmente potrà varcare il confine: l’Italia fa parte del valore del marchio».

E le utilitarie? Sul fronte delle tecnologie per il motore elettrico la Francia è più avanti.

«Inevitabilmente le sovrapposizioni riguardano i due segmenti medio e basso e in particolare gli stabilimenti che producono motori».

Pratola Serra in Irpinia? Cento in Emilia Romagna?

«Per esempio».

Al matrimoni con Renault avrebbe preferito quello con un altro gruppo, Hyundai per esempio?

«Ogni scelta contiene pro e contro. Renault ha un’alleanza con Nissan e Mitsubishi. Si tratta ora di capire se anche questi marchi sono parte dell’accordo. Fca e Renault sono complementari su diversi fronti. Ma si tratta sempre di operazioni dalle ricadute complesse, tutte da gestire».

Un eventuale confronto vedrà Fim e Fiom su tavoli separati?

«Non abbiamo riserve. Certo, piuttosto, bisognerà parlare con il sindacato francese. Come accaduto già per Fincantieri, non è accettabile che quando un gruppo francese compra in Italia noi facciamo esclusivamente valutazioni su sostenibilità industriale e occupazionale mentre quando accade il contrario i nostri colleghi in Francia sfoderano il patriottismo economico. E’ una garanzia per noi la condizione paritaria, lo deve essere anche per loro»

Scarica intervista PDF