Ex- Ilva, Arcelor Mittal: dopo 9 ore di trattativa raggiunta intesa su piano straordinario di sicurezza, ma serve maggiore responsabilità
Dichiarazione del Segretario generale Fim Cisl Marco Bentivogli e del Segretario nazionale Fim Cisl Valerio D’Alò
Ex- Ilva, Arcelor Mittal: dopo 9 ore di trattativa raggiunta intesa su piano straordinario di sicurezza, ma serve maggiore responsabilità
Si è concluso dopo 9 ore di trattativa l’incontro presso il MiSE tra le organizzazioni Sindacali Fim, Film, Uilm, nazionali e territoriali, i commissari straordinari, i vertici di Arcelor Mittal con l’ad Matthieu Jehl, e il Ministro Di Maio, il vice Capo di Gabinetto Giorgio Sorial, i rappresentanti del Ministero del Lavoro
Il Ministro Di Maio apre la riunione ricordando Cosimo Massaro l’operaio morto giovedì scorso per il crollo durate un nubifragio della gru DM5. Di Maio è poi intervenuto sulla vicenda del fermo di Afo2 riconfermando che il governo è impegnato a trovare una soluzione rispetto al sequestro. Su quest’ultimo punto ha chiesto chiarimenti al commissario straordinario Lupo che ha riferito che stanno interloquendo con la procura ma al momento non ci sono novità. Il Ministro ha ribadito che sta lavorando per garantire la continuità.
L’ad di Arcelo Matthieu Jehl, intervenendo ha detto che in tutta questa vicenda si ha l’impressione che i vari stakeholder implicati in questa vertenza lavorino contro l’azienda. L’ad ha poi detto che una vertenza così complessa ha bisogno della collaborazione di tutti e non giovano i continui cambi della normativa, nuovi fermi inattesi ecc.
Ha altresì e ribadito che se ci sono condizioni di insicurezza l’impianto va fermato, per questo riteniamo utile, come proposto al tavolo dalle organizzazioni sindacali, lavorare insieme per capire i tipi di interventi da fare.
Per il Segretario generale Fim Cisl Marco Bentivogli, sul gravissimo incidente di giovedì, avevamo segnalato da tempo i problemi sul sistema frenante delle gru ma non siete intervenuti. La grave situazione della sicurezza non parte da oggi ma è figlio di una mala gestione commissariale che si è protratta fino ad oggi .
La gestione commissariale dopo la sostituzione del Commissario Bondi, da parte di altri governi ha ridotto infatti al minimo le manutenzioni ordinarie e straordinarie, creando le condizioni di insicurezza che in questi anni hanno messo in moto una catena di incidenti, anche molto gravi, senza fine. Come sindacato abbiamo denunciato decine di volte queste situazioni, puntualmente, inascoltati.
I nostri continui richiami di mettere le mani alla manutenzione straordinaria e ordinaria non hanno mai trovato riscontro da parte dell’amministrazione straordinaria.
Non è più tollerabile, troppi morti e troppi incidenti, la gestione commissariale che Arcelor Mittal devono lavorare per trovare soluzioni che prevedano immediatamente interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria.
Per quanto riguarda la nostra richiesta di ritiro della cassa, ancora oggi non abbiamo risposte chiare , l’azienda, per quanto ci riguarda ha una serie di flessibilità a cui attingere, tra l’altro l’accordo sottoscritto lo scorso anno conteneva una serie di interventi manutenzione straordinaria su cui si possono impiegare una parte del personale senza ricorrere alla cassa.
Sulla vicenda dello scudo penale, abbiamo chiesto al ministro chiarimenti per capire se bisognerà aspettare il 6 settembre, consapevoli che insicurezza e incertezza sul futuro non aiutano nessuno. Per il leader Fim tutti gli attori di questa vertenza hanno il dovere di costruire le condizioni per avere sicurezza lavorativa, ambientale, e lavorativa perché non è possibile scaricare sulle spalle di lavoratori anche l’incertezza lavorativa.
Solo dopo 9 ore di trattativa si è raggiunta un’intesa su un testo condiviso che impegna l’azienda a presentare un piano di investimenti straordinario di manutenzione; e dia la possibilità di valutare l’utilizzo dei lavoratori in Cigo nelle attività manutentive; predisponga incontri settimanali con le Rls sulle esperienze di infortunio e near miss; ripristini all’interno dello stabilimento le postazioni fisse degli enti di controllo e ispettivi; definisca un protocollo che coinvolga Prefettura ed enti di controllo e ispettivi; adotti, a seguito di studio di fattibilità, soluzioni che tendano ad eliminare i rischi dei lavoratori dell’area portuale.
Per il Segretario nazionale Fim Cisl Valerio D’Alò è stato indecifrabile l’atteggiamento aziendale che ha prima fatto ostruzionismo ad addivenire a una soluzione condivisa di presa di impegni e che poi condanni il “nostro spirito collaborativo” a mezzo stampa.
Anche in questa occasione abbiamo dimostrato un grande senso di responsabilità nel rispetto dell’accordo sottoscritto il 6 settembre dello scorso anno al Mise, l’unico in grado di rilanciare sia sul piano industriale che ambientale il più grande siderurgico d’Europa.
Roma, 15 luglio 2019
Ufficio Stampa nazionale Fim Cisl