Raffaele Apetino, tavolo MISE sull’automotive per avviare un confronto a 360° su un settore strategico per il nostro Paese
Comunicato stampa
Dichiarazione del Coordinatore Nazionale Automotive Fim Cisl Raffaele Apetino
Tavolo MISE sull’automotive per avviare un confronto a 360° su un settore strategico per il nostro Paese
Si è tenuto oggi al Ministero dello Sviluppo Economico il tavolo dedicato al settore dell’automotive, convocato dal Ministro Stefano Patuanelli.
Il tema del confronto, che ha visto la presenza delle organizzazioni sindacali, di tante imprese del settore, delle Università, di Confindustria, di Confartigianato, è quello della transazione verso elettrificazione e guida autonoma.
Il settore automotive in Italia è fondamentale per il tessuto industriale del Paese. Basti pensare che conta il 6% del Pil e occupa circa 260 Mila lavoratori tra diretti e indiretti.
La transazione verso l’elettrico dev’essere controllata perché l’incidenza dell’elettrico sul lavoro è di 1/10 rispetto a quello tradizionale e un passaggio senza controllo sarebbe devastante sia in termini industriali che occupazionali.
Bisogna che il Governo, così come sta facendo la Germania, concentri risorse economiche importanti verso la transazione e verso la trasformazione dell’auto come concetto di mobilità condivisa.
A tutto ciò si aggiunge una crisi di mercato dell’auto che in tutta Europa è ritornata ai tempi del 1987, non controbilanciata dalle nuove propulsioni elettriche e ibride che attualmente, sommate, non raggiungono in percentuale la doppia cifra.
Come Fim CISL pensiamo che il tema dell’automotive da qui in avanti debba essere al centro dell’agenda di Governo, con un confronto periodico con le organizzazioni sindacali in grado di affrontare per tempo le trasformazioni.
Pertanto in questa occasione, come Fim Cisl abbiamo consegnato al Ministro Patuanelli un Report sul settore contenente anche alcune proposte concrete.
Bisogna anticipare il cambiamento nel settore per non esserne travolti, attuando investimenti forti nelle infrastrutture a partire dall’elettrico dove oggi esistono solo 3500 colonnine di rifornimento, peraltro a bassa potenza, rispetto ai 29000 distributori di carburante tradizionale.
Serve rafforzare infrastrutture, portualità, alta velocità e trasporto intermodale sia per i costruttori ma, soprattutto, per l’indotto della componentistica.
Ufficio Stampa Fim
Roma, 18 ottobre 2019