AST: i nuovi assetti del Gruppo non mettano in discussione gli investimenti e la tenuta occupazionale del sito
Comunicato Stampa
Dichiarazione del Segretario nazionale Fim Cisl Valerio D’Alò e del Segretario Fim Cisl Umbria Terni Simone Liti
AST: i nuovi assetti del Gruppo non mettano in discussione gli investimenti e la tenuta occupazionale del sito
Si è svolto questa mattina l’incontro tra organizzazioni sindacali nazionali e territoriali, azienda con l’AD Burelli, il vicecapo di gabinetto Giorgio Sorial, il sottosegretari Morani e Todde ed autorità regionali nelle persone del Presidente Tesei ed assessore Fioroni e Sindaco Latini l’incontro presso il Ministero dello Sviluppo Economico che di fatto riapre la vertenza dell’AST di Terni dopo l’annuncio della sua dismissione da parte della ThyssenKrupp.
L’azienda in apertura ha richiamato l’accordo ponte del 2019 a cui ha dato attuazione rispettando gli impegni ovvero: 60 milioni di investimento nel biennio; e il progetto scorie che è confermato, rallentato solo a causa del lockdown con impegno a far partire tutto entro il 2020.
La produzione di acciaio liquido prevista di 940.000 t è stata anche superata realizzando 960.000 t lo scorso esercizio ma a seguito della pandemia, non sarà possibile realizzare l’obiettivo nel 2020 avendo registrato cali produttivi del 50% a marzo e 35% su Aprile.
La ThyssenKrupp come la conosciamo non esiste più. Il vecchio Gruppo è stato riorganizzato in 9 società (che rappresentano 6 mld di fatturato) cercano un azionista di maggioranza e tra questi c’è AST. Resteranno ltra queste la “Material service”, fino al 1° ottobre ne farà parte AST per poi confluire in “multitrack” e altre due società.
Come Fim abbiamo rimarcato forte preoccupazione. La riapertura di un tavolo di crisi AST che ha provocato forti tensioni nel territorio negli anni passati ci preoccupa, come pure i nuovi assetti sui quali è necessario far presto per definire il futuro degli asset aziendali.
Abbiamo chiesto chiarimenti su come potrebbe influire la collocazione nella divisione “material” (fino al 1° Ottobre) dell’acciaieria ternana a fronte di una gestione tedesca, che poco interesse potrebbe porre su un sito oramai in cessione e nel transito dal 1° Ottobre a nuova società. E’ importante chiarire se i centri servizio ed il commerciale seguono gli asset o resta solo un bacino vuoto senza prospettive. Su questo l’AD Burelli conferma lo spostamento di tutti gli asset tra cui commerciale e servizi.
Attualmente gli impianti sono fermi – non solo per quel che concerne il Covid19 – e chiediamo quindi garanzie su questa vicenda che non impatti sull’occupazione non solo per gli ammortizzatori sociali che si prospettano all’orizzonte ma anche per i 150 contratti dei lavoratori interinali.
Per noi il sito deve essere mantenuto integrato così com’è – che ci sia una vendita o una partnership – ovviamente insieme al mantenimento delle produzioni e dei livelli occupazionali e salariali.
Abbiamo chiesto al Governo di far luce anche sulle voci riguardanti eventuali interessi mostrati da potenziali acquirenti e che se un percorso va affrontato tra scouting e ricerca di investitori vada fatto nel più breve tempo possibile ed interessando le organizzazioni sindacali non solo nella fase finale del processo perché l’unico effetto sarebbe allungare ulteriormente i tempi della vertenza.
Persistono dubbi perché, già nel 2011, si sono scaricate su Terni le inefficienze di Thyssenkrupp. C’è bisogno che il tavolo Ministeriale vigili sull’andamento della fase attuale perché sia tutelata tutta l’occupazione, senza distinzioni tra diversi contratti se a termine o meno, e la continuità produttiva del sito.
Ufficio Stampa Fim Cisl
Roma 28 maggio 2020