Stellantis: Benaglia, no a tagli in Italia, nuovo rilancio di marchi e fabbriche
Benaglia (Fim) aperte: «I risparmi? No a tagli in Italia, nuovo rilancio di marchi e fabbriche»
Intervista al Segretario Generale della Fim Cisl Roberto Benaglia
Corriere della Sera 21 gennaio 2021 – di Rità Querzé
Come è andato l’incontro con il ceo di Stellantis, Carlos Tavares?
«Beh, l’impatto è stato positivo», risponde a caldo Roberto Benaglia, leader dei metalmeccanici della Fim Cisl. Cosa vi ha rassicurato? «La base di partenza, e cioè il rispetto degli impegni presi con il piano industriale firmato da Sergio Marchionne. E poi la decisione di reinvestire i 5 miliardi di economie preventivate da qui ai prossimi cinque anni anche per il rilancio dei marchi italiani».
Cosa vi preoccupa?
«Diversi siti italiani sono scarichi di lavoro. E poi non ci sono solo le fabbriche: le sovrapposizioni possono riguardare anche le funzioni di staff, dall’amministrazione al personale. Tutto il settore è scosso alla radice da un cambiamento epocale. In Europa facciamo i conti con una situazione di sovracapacità produttiva».
Tavares presenterà un suo piano industriale …
Non si mettono in soffitta gli accordi attuali. I1 governo consideri l’automotive settore cruciale Al vertice Il segretario generale dei metalmeccanici della Cisl, Roberto Benaglia piano industriale… «Chiediamo di essere coinvolti, non semplicemente informati. Solo tramite il coinvolgimento delle lavoratrici e dei lavoratori il gruppo può ambire a migliori risultati». Che risposta avete ricevuto? «Positiva. Tavares ci ha parlato di “co-coinvolgimento”. Noi ci siamo. La Fim c’è sempre stata. Ha contribuito al salvataggio della Fiat firmando accordi importanti. Se a Mirafiori dopo 13 anni si è esaurita la cassa integrazione, se a Melfi si fanno gli straordinari, se a Pomigliano si continua a lavorare, questo è anche il risultato di relazioni industriali di valore. Ora ci candidiamo a essere un attore in campo nella gestione costruttiva di questa transizione verso una nuova mobilità. Per questo chiediamo una interlocuzione reale anche sul piano industriale, non solo informazione a cose fatte.
All’incontro ha partecipa anche la Fiom che non ha firmato il contratto Fca. Si va verso una ricomposizione della frattura?
«Quanto saremo chiamati a fare nei prossimi anni richiede una ripartenza, nuove visioni e nuovi accordi. Noi siamo aperti a tutto ma nello stesso tempo non si possono mettere in soffitta gli accordi attuali che sono stati la base del rilancio di Fca»
Nel settore servono ancora cassa Covid e blocco dei licenziamenti?
«Se lo stato di emergenza continuerà non si può che prevedere dal primo aprile la proroga di provvedimenti straordinari. Per quanto riguarda il metodo, il problema va affrontato subito, il governo si confronti con il sindacato, non bisogna arrivare alle scadenze cruciali ostaggio dell’emergenza».
Il viceministro Misiani parla di un intervento dello Stato in Stellantis.
«L’ipotesi andava valutata prima, quando l’operazione Stellantis era in fase di definizione. Oggi il governo dovrebbe prima di tutto favorire la ripresa dell’automotive. In concreto: creare le colonnine per la ricarica, fare sì che un pensionato o un operaio possano permettersi un’auto elettrica. Far partire un tavolo sulle politiche industriali di settore».
Il contratto nazionale dei metalmeccanici può essere chiuso in tempi brevi?
«Non ci sono alibi, il settore è partito meglio di altri. Siamo pronti a fare proposte conclusive. Puntiamo a un giusto e importante aumento insieme con il miglioramento delle tutele normative».
Il contratto di Fca è un target di riferimento?
«Stellantis è diventata un modello. Per migliorare le condizioni dei lavoratori a volte la strada non è tenere tutto com’è ma innovare anche la contrattazione».