Metalmeccanici: “56mila lavoratori rischiano il lavoro. Serve un cambio di passo con una politica industriale risolutiva costruita con i sindacati”
Comunicato Stampa
Roma, 25 marzo 2021
Dichiarazione del Segretario Generale Fim Cisl Roberto Benaglia,
Metalmeccanici: “56mila lavoratori rischiano il lavoro.
Serve un cambio di passo con una politica industriale risolutiva costruita con i sindacati”
Dopo l’annus horribilis della pandemia che purtroppo ancora stiamo vivendo, nel solo settore metalmeccanico, registriamo nel nostro Report sulle crisi (vedi allegato), 56 mila tra lavoratrici e lavoratori che rischiano di perdere il posto di lavoro e sono quelli legati ai 52 tavoli di crisi nazionali aperti al Ministero dello Sviluppo Economico e ai 47 tavoli Regionali.
Sfuggono al Report le imprese che nel 2020 sono fallite sotto la scure della crisi o quelle che sfuggono al radar perché non sindacalizzate.
La maggiore concentrazione di situazioni di crisi è nel Mezzogiorno del Paese e nelle Isole maggiori, l’area del Paese che maggiormente necessità di politiche industriali che puntino alla modernizzazione delle infrastrutture e investimenti che aiutino le imprese a fare il salto tecnologico.
Per tutte comunque c’è bisogno di interventi urgenti di liquidità che permettano di preservare l’occupazione e agganciare la ripresa. A queste poi, si sommano quelle legate ai cambiamenti e alle transizioni tecnologiche che alcuni importanti settori metalmeccanici stanno attraversando, a partire da quello dell’automotive, su cui è sempre più impellente un tavolo di confronto per la gestione della transizione tecnologica. Ci sono poi quelle strettamente legate alla crisi covid, come il settore dell’aeronautica, in sofferenza per il calo del traffico aereo, e l’elettrodomestico mai completamente ripresosi dopo la prima ristrutturazione degli anni ’90 e quella dell’ultimo decennio di quel che restava dei gruppi storici Italiani.
Per questo domani a partire dalle ore 10, saremo in presidio fuori il Ministero dello Sviluppo Economico a Roma, nel pieno rispetto della sicurezza, con le delegazioni di lavoratori delle maggiori aziende metalmeccaniche in crisi provenienti da tutt’Italia.
Perché pur accogliendo positivamente la convocazione del Ministro Giancarlo Giorgetti sulla vertenza ex Ilva, sono ancora troppe e dal report emerge chiaramente, le crisi storiche presenti al MiSE da anni senza soluzione, a partire appunto dall’ ex-Ilva ma anche Blutec ex- Fiat di Termini Imerese, Piombino JSW ex- Lucchini, Whirlpool, ex-Alcoa, IIA, ex-Embraco, Jabil, Bekaert ecc.
Vertenze che si trascinano da anni e che vanno assolutamente risolte. Non ci aspettiamo certo, che le cose si risolvano con la bacchetta magica, ci vuole dialogo e collaborazione. Per questo chiediamo al Ministro una presa in carico di queste crisi ridotando il Ministero “dell’unità di crisi”. Serve concentrare maggiormente gli sforzi, risolvere le vertenze storiche in termini di politiche industriali e di filiera, sgravi, liquidità e investimenti, per dare la possibilità a queste aziende di superare quest’anno e agganciare la ripresa e mantenere i livelli occupazionali.
Ufficio Stampa Fim Cisl