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Dema spa: Una Sfida impegnativa da traguardare

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Nella giornata odierna presso il MiSE si è tenuto l’incontro tra la Delegazione Sindacale di FIM FIOM UILM e il nuovo gruppo Dirigente di Dema unitamente ad un rappresentante del Fondo Finanziario che detiene la proprietà della società stessa.

Oggetto del confronto l’istanza di Pre- Concordato da parte dell’Azienda in data 07 ottobre ’22. Il nuovo AD ha iniziato ad illustrare le condizioni che hanno impedito l’interlocuzione con le parti sociali, adducendo come motivazioni principali le tempistiche estremamente ristrette imposte dalle nuove procedure e dalle nuove norme inerenti il Concordato, che prevedono la presentazione del piano industriale entro 60 giorni dalla presentazione della domanda.

Le condizioni che hanno determinato tale scelta sono riconducibili all’analisi degli indicatori finanziari che evidenziano come il gruppo Dema negli ultimi 10 anni è passata da 60 milioni di fatturato ai 16 previsti per fine 2022 che ha determinato perdite costanti che si sono aggravate negli ultimi 5 anni determinando oltre 150 milioni di euro di cassa persi e 200 milioni di perdite. Dal 2017 sono stati presentati 8 piani industriali diversi che però sono sempre stati costruiti partendo da previsioni di fatturato, (che definire ottimistiche è quantomeno eufemistico), che non si sono mai realizzate in quanto i 60 milioni previsti come soglia di breakeven non sono stati mai neanche lontanamente raggiunti.

L’analisi dei dati presentati evidenzia come dal 2018 il valore della produzione non ha pareggiato neanche il costo del lavoro e questo dato è ancora più evidente nel primo semestre 2022, in cui a fronte di un valore della produzione di 9 milioni, i costi della produzione si sono attesati a 21 milioni in cui il costo del personale, al netto della cassa integrazione, è pari a 10 milioni, ma il dato a nostro avviso più rilevante è che il costo in servizi è quasi di 6.5 milioni, servizi che comprendono al proprio interno anche i costi dei diversi consulenti.

Quindi ogni componente prodotto di fatto è prodotto in perdita.

La prima azione messe in campo, per fronteggiare tale situazione, è stata quella di aprire un’interlocuzione con i due principali clienti (Airbus e Leonardo), ottenendo, come prima operazione di sostegno la revisione dei prezzi a listino, con un incremento medio del 30% e la fornitura diretta della componentistica, ovvero l’onere da parte dei clienti dell’acquisto diretto dei materiali, ma non è stato possibile recuperare le commesse legate a Bombardier, revocate a Luglio 2022.

Tali importanti aperture da parte dei clienti però sono strettamente legate alla continuità produttiva e alla puntuale consegna delle produzioni, condizione questa che al momento, a noi, appare complicata se non si avranno elementi e risposte certe sulla gestione delle dinamiche legate ai livelli occupazionali e al mantenimento dei presidi produttivi.

Terminata l’esposizione come Organizzazioni Sindacali abbiamo evidenziato con chiarezza e durezza che quanto rappresentato non solo non ci è nuovo, ma è figlio di scelte fatte da parte dei diversi management che si sono succeduti, scelte che molte volte da noi non sono state condivise, e che oggi pesano come macini, ma tali errori non possono ricadere unicamente sulle spalle dei lavoratori.

Abbiamo altresì dichiarato che non potremmo accettare un piano industriale, (il 9…), che sia basato solo su indici finanziari e di bilancio, indici che indirizzano le scelte verso tagli indirizzati al costo del personale e alla riduzione della capacità produttiva e/o di presidio territoriale.

In un momento in cui il mercato dell’aereonautica civile è in forte ripresa, in un contesto, anche nazionale, che ha già dichiarato volumi in crescita per il prossimo quadriennio, è a nostro avviso inconcepibile poggiare un piano di ristrutturazione che non miri ad acquisire quote di quel mercato, attraverso investimenti importanti che possano permettere a DEMA di tornare a essere competitiva e soprattutto a generare quella redditività che oggi viene posta imprescindibile e al centro di qualsiasi scelta futura.

Temi e dichiarazioni che sono stati sostenuti anche dal MiSE il quale ha ribadito quanto detto anche nei precedenti incontri, ovvero che qualsiasi azione di sostegno verrà richiesta al ministero nel futuro piano, non potrà non prevedere clausole di garanzia finalizzate alla tutela dei lavoratori e dei territori.

Alla luce di quanto rappresentato dalla delegazione presente al tavolo l’Azienda ha dovuto prendere atto che possibili soluzioni non possono essere identificate e realizzate attraverso azioni unilaterali ma debbono trovare condivisione attraverso un percorso trasparente e chiaro che si fondi su alcuni, per noi, imprescindibili assiomi che è stato possibile far dichiarare e poi sottoscrivere.

In modo specifico da parte del rappresentante del Fondo Cairn Capital si è ottenuta la dichiarazione che il Fondo è disponibile a supportare finanziariamente un piano di rilancio del Gruppo Dema che sia valutato sostenibile dagli organi deliberanti del Fondo.

Inoltre l’azienda ha dichiarato e successivamente formalizzato che non procederà ad azioni unilaterali in materia di riduzione del personale cui è applicato il CCNL dell’industria metalmeccanica e delle installazioni degli impianti fino alla convocazione del prossimo incontro che si terrà presso il Mise entro la metà di novembre.

Infine si è ratificato un impegno a far avanzare all’Azienda l’istanza al Tribunale di Napoli per farsi autorizzare la corresponsione del residuo delle retribuzioni del mese di settembre e fino al 7 ottobre, e nel frattempo, nelle more dei tempi tecnici, l’azienda erogherà entro il 20 di ottobre l’anticipo del 25% delle retribuzioni di ottobre 2022.

Come parti sociali abbiamo preso atto delle dichiarazioni aziendali e dell’impegno del MiSE e delle Regioni a supportare il piano con gli strumenti disponibili, ma abbiamo che nella redazione del futuro piano industriale per noi deve essere garantito il mantenimento dei livelli occupazionali e la continuità produttiva dei presidi esistenti.

Il percorso tracciato e i risultati preliminarmente raggiunti sono a nostro avviso solo un primo passo verso un percorso sicuramente complicato che però dobbiamo provare a percorrere fino in fondo, ma soprattutto dobbiamo essere in grado di governarlo al fine di evitare di ricadere in errori già commessi in passato, che oggi hanno determinato tale scenario.

Roma, 12/10/2022