Inflazione, welfare e sicurezza: a Stellantis chiediamo garanzie
Intervista al Segretario generale Fim Cisl Roberto Benaglia
Di Maurizio Carucci Avvenire – mercoledì 12 ottobre 2022
Per il segretario generale della Fim Cisl Roberto Benaglia il recupero del potere d’acquisto è essenziale per i lavoratori, ma preoccupa l’andamento negativo del settore automotive
Il pieno recupero dell’inflazione, con un aumento in busta paga dell’8,4% nel 2023: è una delle richieste contenute nella piattaforma per il rinnovo del Contratto collettivo specifico di lavoro (Ccsl) 2023-2026 di Stellantis, Cnh, Iveco e Ferrari presentata dai sindacati firmatari Fim, Uilm, Fismic, Uglm e Aqcfr. Ne hanno discusso ieri a Roma 500 delegati in rappresentanza di 68mila lavoratori. Tra di loro Roberto Benaglia, segretario generale della Fim Cisl.
Qual era il clima dell’assemblea?
Abbiamo di fronte una sfida complessa: i metalmeccanici chiedono di fare politiche industriali, ma considerano altrettanto importante la contrattazione. Questi negoziati per il rinnovo del contratto del Gruppo si aprono in un contesto critico, con un andamento di vendite più basso del 2019 e che non tornerà a breve ai livelli di allora; pesa la mancanza di semiconduttori che rendono impossibile programmare la produzione, ciò che aumenta la sfiducia dei lavoratori. Poi vi è la transizione ecologica, che rovescerà il modo di fare auto e rischia di far pagare un caro prezzo ai lavoratori. Infine, c’è l’inflazione che galoppa.
Infatti avete chiesto aumenti in busta paga…
È necessario difendere il potere d’acquisto dei lavoratori, ma senza innescare una spirale prezzi/salari, perché l’obiettivo è abbassare l’inflazione. Chiediamo un aumento del 4,5% nel 2024 e del 2,5% nel 2025, mentre per il 2026 non abbiamo ancora stime di riferimento attendibili. Rispetteremo da subito il governo che verrà, ma il nuovo esecutivo deve tener conto del documento di politiche industriali predisposto dai sindacati con Federmeccanica. Non stiamo a chiedere soldi, ma ci interessa finanziare il cambiamento che vogliamo gestire; altri Paesi l’hanno fatto e dobbiamo recuperare. Dobbiamo attivare al più presto il tavolo Stellantis al Mise, con un’attenzione più programmatica.
Vi preoccupa questa trattativa?
Dobbiamo dare risposte ai lavoratori. Ma c’è una cosa che non si dice mai, anche nel contratto: nel mondo Stellantis c’è bisogno della speranza. Il lavoratore che va a lavorare negli stabilimenti del Gruppo deve avere delle prospettive. Non serve un sindacato che denuncia soltanto, ma un sindacato che risolve i problemi. L’attuale contratto è nato più di dieci anni fa come contratto Fiat e scade a fine anno. La nostra non è solo una richiesta economica. Chiediamo di migliorare i premi aziendali e rafforzare gli strumenti di welfare, aumentare la formazione e, sull’orario di lavoro, rivedere i recuperi produttivi, estendere forme di flessibilità, prevedere tempi minimi per il richiamo dalla cassa integrazione, introdurre maggiorazioni aggiuntive per il lavoro del sabato. Dopo l’ok dell’assemblea, la piattaforma sarà inviata a Stellantis, Iveco, Cnh Industrial e Ferrari, per avviare in tempi brevi la trattativa di rinnovo del Ccsl.
Anche su salute e sicurezza avete delle richieste?
Abbiamo inserito importati misure a contrasto di violenza e molestie, a sostegno dei genitori e per le pari opportunità. Per non abbassare la guardia su salute e sicurezza, abbiamo chiesto di rafforzare la formazione degli Rls e dei lavoratori, introducendo brevi moduli formativi di 15 minuti retribuiti e l’analisi dei mancati infortuni e delle malattie professionali. È per questo che chiediamo di rafforzare le commissioni di partecipazione, soprattutto in materia di sicurezza e organizzazione del lavoro e di aprire un confronto in tutti gli stabilimenti sul tema degli investimenti e delle prospettive industriali e occupazionali.
Come cambiano le relazioni industriali con questa piattaforma?
Per Fim, Uilm, Fismic, Uglm e Aqcfr il negoziato deve rappresentare anche l’occasione per chiarire le missioni produttive di tutti gli stabilimenti italiani, tutelando l’occupazione. Come Fim Cisl abbiamo accompagnato la fase di preparazione della piattaforma con un grande coinvolgimento dei nostri rappresentanti sindacali aziendali, attraverso un confronto su più giornate durante lo scorso mese di luglio, per accogliere le istanze che provenivano da tutti gli stabilimenti e uffici. La piattaforma delle richieste è stata costruita in modo unitario con le altre organizzazioni sindacali.