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Bentivogli: ministro ondivago, ora mobilitazione – Corriere della Sera, 24 agosto 2018

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Bentivogli: ministro ondivago, ora mobilitazione

Corriere della Sera  – 24 agosto 2018

di Enrico Marro

Il segretario Fim-Cisl: così una trattativa è impossibile. E nessun altro investitore si farà avanti

“Abbiamo fatto tre scioperi all’Ilva quando era ministro Carlo Calenda, credo che sia arrivato il tempo, visto il comportamento irresponsabile del ministro Luigi Di Maio, di lanciare una mobilitazione a settembre”. La proposta è del segretario generale della Fim –Cisl, marco Bentivogli, sempre più arrabbiato per il modo in cui Di Maio sta gestendo la vertenza sul futuro dell’acciaieria di Taranto.

Il ministro del Lavoro e dello Sviluppo dice che la gara con cui il precedente governo ha assegnato l’Ilva al gruppo ArcelorMittal è illegittima, ma non si può annullare alla luce “dell’interesse pubblico attuale”.

“E’ sempre più chiaro che in 4 mesi Di Maio non è riuscito a trovare qualcuno che si assuma la responsabilità di chiudere l’Ilva. Prima ci ha provato rivolgendosi all’Anac, poi col Tar, infine con l’Avvocatura dello Stato, che però non ha ravvisato l’illegittimità della gara. Per questo ora il ministro butta la palla al mistero dell’Ambiente. In realtà l’Anac e l’Avvocatura dicono che l’annullamento della gara spetta a lui, forse per questo tiene segretata la documentazione. Ma, se c’è stato “un delitto perfetto”, come ha detto, Di Maio deve assumersi le responsabilità di annullare la gara. Invece continua con lo scaricabarile, dicendo che azienda e sindacati devono riavviare la trattativa, cosa che non vedo come possa farsi”.

Perché?

“Come può il sindacato fare una trattativa con un’azienda che, ha detto il ministro, risulta aver vinto una gara illegittima? Se è illegittima, la deve annullare. Se invece è legittima, ce lo dica e noi possiamo continuare il negoziato. Nello stabilimento di Taranto gira una vignetta che dimostra come i lavoratori abbiano capito tutto: si vede Di Maio che fa il gioco delle tre carte: Ilva chiude, Ilva apre, Ilva chiude, Ilva apre. Il ministro in questi mesi ha fatto più conferenze stampa che incontri con noi e ci costringe a ricorrere a termini di codice civile per aver accesso al parere dell’avvocatura. Altro che governo della trasparenza!”.

A questo punto il governo è più forte o più debole nei confronti di ArcelorMittal?

“Più debole. Primo, nessun altro gruppo imprenditoriale si farà avanti, perché un governo così inaffidabile scoraggia chiunque dall’investire in Italia. Secondo, se la gara fosse annullata, ArcelorMittal ha già fatto sapere di essere pronta a ricorrere alla magistratura, col rischio che il contribuente paghi salate penali. In ogni caso i costi aggiuntivi sono già in arrivo, perché il 15 settembre al ministro non resterà che prorogare l’incarico dei commissari straordinari”.

Potreste sempre fare l’accordo come dice Di Maio.

“Ripeto, prima ci dica se la gara è stata legittima o no. Invece, Di Maio continua a comportarsi come un campione di doroteismo 2.0, che dà ragione contemporaneamente a chi vuole chiudere Ilva e a chi vuole rilanciarla ambientalizzata. Si decida. Per ora ha indebolito il potere contrattuale del sindacato”.

Anche senza accordo il governo potrebbe trasferire lo stabilimento ad ArcelorMittal. Quindi il sindacato è con le spalle al muro.

“No. Noi faremo la trattativa solo quando ci sarà una parola chiara del governo sulla legittimità della gara e arriveremo all’accordo solo se non vi saranno esuberi. Proprio per sostenere questa posizione credo che sia ora di passare alla mobilitazione”.

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