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“Il ministro? E’ il re dello scaricabarile Torni al tavolo o sarà mobilitazione” – Il Messaggero, 24 agosto 2018

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“Il ministro? E’ il re dello scaricabarile

Torni al tavolo o sarà mobilitazione”

Il Messaggero, 24 agosto 2018 – di Giusi Franzese

 

“E’ il campione olimpionico dello scaricabarile”: Marco Bentivogli, numero uno dei metalmeccanici Cisl, usa l’ironia per commentare le dichiarazioni del ministro Di Maio sull’Ilva. In realtà è molto arrabbiato.

Il ministro ha invitato i sindacati a parlare con Arcelor Mittal, ad andare avanti con la trattativa, al di là della convocazione al MiSE e della risposta definitiva sull’annullamento della gara. Quando vi incontrerete?

“In questa situazione mai: noi non partecipiamo al gioco delle tre carte che il ministri Di Maio fa ormai da mesi. Mi spiega perché dovremmo fare una trattativa con l’azienda che lui stesso ha detto che si è aggiudicata illegittimamente la gara?”

Di Maio ha detto che lui non deve dare “nessun via libera, perché il contratto di cessione con Mittal è già firmato”.

“Ha detto il falso. Ci sono impegni in capo al governo che sono indispensabili per il proseguo della trattativa. Mi riferisco, ad esempio, alla società di Cornigliano, agli accordi di programma per Taranto, al fondo per gli incentivi agli esodi. A questo proposito: ci sono ancora i 250 milioni o sono scesi a 200?”.

Dica.

“A Di Maio non interessa rilanciare l’Ilva e vorrebbe chiuderla, ma cerca un soggetto terzo che glielo “imponga”. Si è inventato di tutto: Anac, procedura amministrativa, Avvocatura dello Stato, e adesso tira fuori altri 15 giorni per un approfondimento del ministero per l’Ambiente. Fare il ministro è prendersi responsabilità e decidere”.

Nessuna mea culpa in casa sindacale? Avreste potuto chiudere con l’ex ministro Calenda e invece avete scommesso sul nuovo inquilino.

“Questa osservazione non vale per me. All’ultima riunione con Calenda io sono stato l’unico a insistere per non far saltare tutto, per continuare ad oltranza. C’erano ancora alcuni aspetti da sistemare. Non era impossibile arrivare ad un accordo, ma si sono alzati tutti, governo incluso”.

Se Mittal vi invitasse a un nuovo incontro, ci andreste?

“Ripeto: in questo quadro, in cui in teoria un accordo non sarebbe impossibile, c’è il rischio che l’atteggiamento del governo lo faccia diventare carta straccia. Che senso ha?”

Si è consultato con i colleghi degli altri sindacati?

“Ci siamo scambiati qualche messaggio. Ma se i primi di settembre la situazione non si è sbloccata, proporremo una grande mobilitazione. Con il governo precedente abbiamo fatto tre scioperi, non vedo perché con Di Maio dobbiamo essere più clementi”.

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