FCA, Bentivogli :“E’ la prova che ha vinto la nostra spinta” – la Repubblica, 6 marzo 2019
FCA, Bentivogli (Fim) “E’ la prova che ha vinto la nostra spinta”
Intervista a Marco Bentivogli segretario generale Fim Cisl
di Marco Patucchi “la Repubblica” – 6 marzo 20019
“Lavoro bene con Francesca ma non sono d’accordo con lei. Fca non guarda solo agli Usa. Basti pensare che rispetto a quanto annunciato nel giugno 2018 da Marchionne, gli investimenti complessivi in Europa sarebbero stati di 9 miliardi ora l’azienda ci dice che soltanto per l’auto elettrica e per l’ibrido in Italia saranno spesi 5 miliardi confermati ieri da Manley; e l’Alfa Romeo Tonale è bellissima”. Marco Bentivogli, leader dei metalmeccanici Fim –Cisl, contesta la tesi della sua collega Fiom-Cgil, Francesca Re David, molto critica sulle strategie di Fca in un’intervista dei giorni scorsi a Repubblica. Fim-Cisl e Uilm-Uil da un lato, e Fiom dall’altro, da otto anni siedono a tavoli separati nelle trattative Fca. Ma Bentivogli crede ancora nella possibile unità: “Noi insieme alla Uilm rischiamo di siglare con Fca un contratto veramente innovativo. Anche sui livelli salariali. Continuo a NON CAPIRE perché Fiom rifiuti in Fca cose che invece firmano in tante altre vertenze. Spero ancora che si apra una nuova fase unitaria dei metalmeccanici a partire da una nuova mobilitazione unitaria per il lavoro in primavera”.
Nulla da imputare all’azienda?
“Di cose che non vanno alla Fca ce ne sono. Ma penso che il confronto tra gli stabilimenti italiani e quelli americani non abbia senso: in Michigan sono indietro di almeno 15 anni rispetto ai nostri, sia in termini di organizzazione del lavoro che di tecnologia. Dunque è logico che ci siano forti investimenti negli Usa. Insomma, dovrebbero essere gli operai americani a lamentarsi per il rapporto occupati/utili, visto che Fca fa il 90% dei profitti in America. Solo in Italia se citi i dati oggettivi invece che qualche slogan sei considerato filoaziendale”.
E i punti dolenti di cui diceva?
“Innanzitutto il ritardo con il quale Fca ha spostato l’attenzione su auto elettrica e ibrido. Non ci hanno mai creduto e il piano da 5 miliardi è arrivato anche per la spinta dei sindacati. Inoltre pure gli investimenti annunciati per Pomigliano arrivano con alcuni mesi di ritardo, Infine, serve autentica partecipazione dei lavoratori: bisogna andare oltre le commissioni, gli operai devono partecipare alle decisioni strategiche di impresa”.
Re David lamenta anche l’assenza di politica industriale nel nostro Paese. Concorda?
“La politica italiana si divide tra gli anti-industriali. Comunque un disastro. Questo governo, ad esempio, fa un gran parlare di auto elettrica, ma non considera che servono anche infrastrutture e un ecosistema adeguati. Per capirci, le colonnine per la ricarica delle celle, una nuova rete oltre i 300kw, chi produce le celle e chi le smaltisce. Nel resto del mondo, poi, i grandi gruppi industriali hanno sempre al fianco il governo e non tanto con gli aiuti pubblici, quanto con una politica estera comprensiva di linee di strategia industriale. Il nostro esecutivo non lo fai mai. E poi quella frenata sulle infrastrutture…..alla fine a pagarne il conto saranno anche le fabbriche. Non è un caso se oggi la Bmw, che sta cercando dove collocare due nuovi impianti produttivi, guardi ai Paesi dell’Est europeo e non all’Italia. Attenzione, molta componentistica delle auto tedesche si fa in Italia. Senza infrastrutture perderemo lavoro”.