MBDA fonda su due cardini le linee guida per i prossimi anni
COMUNICATO NAZIONALE
Il 20 ottobre si è svolto presso Unindustria Roma l’incontro tra il Coordinamento nazionale FIM FIOM UILM di MBDA, le Segreterie nazionali e la Direzione Generale del Gruppo
Il gruppo MBDA di cui MBDA Italia fa parte, ha deciso di fondare le proprie linee guida per i prossimi anni su 2 cardini. Il primo, “book to bill”, basato sulla crescita del rapporto tra ordini e volumi che dev’essere tenuto in un rapporto superiore ad 1, quindi con un valore degli ordini acquisiti superiore al valore delle produzioni correnti per anno.
Il secondo punta ad un EBIT di gruppo – utile prima delle imposte – a “due cifre”, quindi con un valore almeno pari al 10%. L’analisi del mercato europeo che ad oggi vale il 50% del fatturato (circa 1,5mld€) segna, così come per gli altri prodotti della difesa, una stabilità dei volumi di investimento da parte dei governi, anche se si sta diffondendo la pratica della “diluizione nel tempo dei programmi” che genera quindi una corrispondente spalmatura delle attività produttive in periodi più lunghi del passato diminuendo quindi le ricadute produttive per singolo anno.
La necessità pertanto di raggiungere gli obiettivi che l’azienda si è data, dovrà avvenire nei mercati extraeuropei e proseguendo nel percorso di efficientamento dei processi e delle produzioni aziendali. La capacità di crescere nei mercati export, è direttamente legata alla possibilità di agire nei mercati domestici, che da sempre creano le condizioni di ricerca e sviluppo dei prodotti da destinare anche ad altri mercati, consentendo di mantenere, nel caso di MBDA Italia, la sovranità tecnologica per il proprio sistema di difesa, la produzione, l’installazione e l’utilizzo senza limitazioni delle tecnologie sviluppate, consentendone l’aggiornamento e gli sviluppi successivi e generando un circolo virtuoso.
Per MBDA Italia, ad oggi esistono opportunità di definire contratti importanti sia in Italia (FREMM, nuovo naviglio legato alla legge navale) con ricadute industriali però dal 2020 in avanti, così come all’estero (Germania per MEADS, Turchia e altri). Sono stati effettuati inoltre importanti investimenti per efficentare le produzioni sia dal punto di vista tecnologico con l’acquisto di 2 impianti per la lavorazione in 3D (Fusaro) che consentono di presidiare l’avanguardia tecnologica propria dell’azienda.
Ma il mercato italiano, contraddistinto dagli investimenti governativi per le Forze Armate, ha però più che dimezzato gli investimenti per la difesa antibalistica passando dai 300 mln€ del 2008 agli attuali 138mln€ previsti, di cui ad oggi solamente 38 effettivamente attivati. Qualora questo trend proseguisse, esistono alcuni rischi. Dovendo il nostro Paese dotarsi comunque di sistemi a difesa del territorio nazionale, porterebbe a rinunciare alla sovranità tecnologica nel settore e condannando l’Italia ad acquistare sistemi da altri.
Il mancato investimento, di consistenza pari almeno a quanto avveniva negli anni 2009-2010 (circa 250 mln€/anno), avrebbe come diretta conseguenza il depauperamento tecnologico e professionale del Paese che porterebbe con sé un forte rischio occupazionale, consegnando definitivamente i ritorni industriali, tecnologici ed economici degli investimenti italiani fatti al fuori dei nostri confini.
Nel caso dei sistemi antibalistici, questo implicherebbe inoltre l’uscita del nostro Paese da un settore strategico per la sicurezza nazionale per lo sviluppo di tecnologia allo stato dell’arte e per lo sviluppo di professionalità di altissimo livello. Emblematico il caso del programma MEADS per il quale il governo italiano ha investito oltre 700 mln€. E’ fondamentale lavorare per il suo proseguimento (investendo di questa responsabilità tutti gli attori competenti) sia per garantire al Paese il ritorno dell’investimento ma anche per garantire al Paese di continuare a giocare un ruolo primario nello sviluppo dei sistemi per la difesa antimissile.
L’AD di MBDA Italia ha descritto i contenuti del Piano di Sostenibilità che fa perno sui seguenti punti:
– sviluppo/aggiornamento delle tre famiglie di prodotto oggi in essere che investono10 programmi in continuità con le attività già in essere;
– operare con le Forze Armate per identificare requisiti comuni per rendere efficace e meno costoso lo sviluppo e maggiormente integrabili i sistemi;
– attraverso questa sinergia, consentire la riorganizzazione della logistica e delle infrastrutture del cliente (Forze Armate Italiane o di altri paesi);
– continuare a perseguire la strada per il reperimento delle risorse economiche da destinare allo sviluppo dei programmi percorrendo strade alternative quali quelle dei finanziamenti agevolati, finanziamenti Europei, da parte del MiSE, del Miur, Regionali e autofinanziamento;
– attraverso questo, mantenere un forte ruolo italiano nel Gruppo MBDA che consenta ricadute nel nostro paese che vanno dall’importanza strategica alla virtuosità del ciclo degli investimenti.
Dall’analisi effettuata emerge che, dal punto di vista economico, per ogni euro investito, il ritorno complessivo per il paese è il doppio, con un saldo quindi positivo per le casse del nostro stato oltre che per quelle di Finmeccanica che, oltre a ricevere solidi dividendi annualmente, solo pochi anni fa ha potuto beneficiare di un dividendo straordinario di oltre 300 mln€ derivato dalla grande capacità di generare liquidità da parte del Gruppo.
Il Piano illustrato parte quindi da concreti bisogni del Paese. E’ ormai urgente che il Governo, coordinandosi con le Forze Armate, formalizzi i contenuti del Libro Bianco per la Difesa, definendo così l’orientamento sui prodotti e i loro requisiti, anche in vista del necessario ammodernamento dei sistemi oggi in uso.
Il tempo stringe a causa dell’incomprimibilità dei tempi di sviluppo e di industrializzazione dei sistemi; il rischio oggi è che decisioni ritardate conducano all’impossibilità di produrre e industrializzare quanto invece necessario e richiesto. Come organizzazioni sindacali abbiamo espresso la nostra preoccupazione al riguardo dato che le eventuali ricadute di depauperamento industriale ed occupazionale frutto delle mancate o ritardate scelte da parte del Governo Italiano, colpirebbero già nel secondo semestre 2015 i siti di Roma e di La Spezia coinvolgendo centinaia di ingegneri, tecnici e operai.
Per questo riteniamo fondamentale che il Governo riprenda la strada della pianificazione strategica per gli investimenti tecnologici nell’ambito della difesa considerando in tempi rapidi le proposte che sono state avanzate e che risultano, dal piano enunciato, economicamente coerenti anche con gli impegni di investimento e di finanziamento “alternativo” che l’azienda ha messo in campo.
Nella definizione del Piano di prospettiva, Finmeccanica ed il Governo devono considerare che attraverso MBDA Italia, seppur un’azienda partecipata, possono giocare un ruolo dirimente dentro il Gruppo MBDA. Devono realizzare che MBDA Italia è un vettore industriale importante per la vendita e l’integrazione dei sistemi di elettronica per la difesa (settore in cui Finmeccanica intende restare), come strumento di politica estera nel quadro sempre più concreto della costruzione dell’industria della difesa europea e come volano per lo sviluppo industriale ad alto valore aggiunto in Italia.
Nel corso dell’incontro è stato posto dalle OO.SS. il problema relativo alle Sede di La Spezia, su cui l’A.D. ha risposto che la nuova palazzina è di proprietà di Finmeccanica e ad oggi non ha ancora avuto modo di poter affrontare la questione sull’utilizzo e sugli eventuali costi di affitto, per questo Fim Fiom Uilm hanno chiesto a MBDA di ricercare una valida alternativa anche senza il coinvolgimento di Finmeccanica agli attuali uffici che sono in condizioni di forte criticità. Fim Fiom e Uilm nazionali terranno costantemente monitorata la situazione con l’azienda e verificheranno l’evoluzione della costruzione del Piano Industriale di Finmeccanica anche alla luce di quanto oggi accade in MBDA Italia.
Fim Fiom Uilm nazionali
Coordinamento nazionale Fim Fiom Uilm MBDA Roma, 21 ottobre 2014