Dai vertici di Stellantis servono risposte precise e una discussione franca e trasparente.
Necessarie conferme su investimenti, no a impatti negativi su capacità produttive e occupazione
Roma 24 marzo 2021
Il coordinamento nazionale Fim-Cisl del Gruppo Stellantis, alla presenza di tutte le rappresentanze sindacali dei vari Plant ed enti Italiani, del Segretario Nazionale Fim-Cisl Ferdinando Uliano e dell’operatore nazionale Raffaele Apetino.
L’occasione è servita per analizzare nel dettaglio la situazione produttiva; lo stato di avanzamento degli investimenti previsti dalla parte conclusiva del piano industriale FCA e le situazioni che si stanno determinando, nei diversi ambiti lavorativi dopo la nascita del Gruppo Stellantis, a partire da quanto sta succedendo nello stabilimento di Melfi.
Nello specifico, sul sito lucano ci preoccupa la mancata partenza della terza squadra sulle produzioni ibride di Renegade e Compass, e il conseguente rinvio della ripresa della piena attività di circa 1.500 lavoratori, a cui si somma l’aumento dell’uso della Cassa Integrazione e le voci, non confermate, di uno studio che prevede un intervento su una linea di produzione. Le RSA di Fim Cisl di Melfi insieme alle al- tre organizzazioni sindacali hanno aperto la procedura per prevenire e risolvere il conflitto prevista dal contratto, a seguito delle mancate risposte da parte della direzione aziendale.
Il coordinamento Fim-Cisl ha ribadito l’importanza che già dal primo incontro richiesto con i ver- tici di Stellantis di Enlaged Europe si apra un confronto franco e trasparente sulla situazione Ita- liana alla luce anche di alcune scelte, che non sono state oggetto nemmeno di un’informazione al sindacato italiano.
Gli investimenti previsti del vecchio piano industriale di FCA stanno proseguendo e per il coordinamento Fim-Cisl è fondamentale che vengano completati, come garantito dal Ceo Carlos Tavares nell’incontro del 20 gennaio con le segreterie nazionali.
È altrettanto importante che la fase di preparazione del futuro piano industriale di Stellantis veda il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali e che abbia al centro nuovi investimenti in grado di garantire prospettive industriali e occupazionali positive per le varie realtà di Stellantis in Italia.
La Fim-Cisl sin dalla nascita di Stellantis ha ribadito che le risorse economiche generate dalla fusione dei due gruppi FCA e PSA, sono un patrimonio dei lavoratori e devono pertanto essere orientate verso gli investimenti, al cambiamento delle motorizzazioni e alle innovazioni che ca- ratterizzeranno la mobilità del futuro, per dare sicurezza e futuro al lavoro.
L’enfasi data alla questione dei costi non può essere affrontata senza considerare il problema della sa- turazione delle capacità produttive nei vari stabilimenti. La priorità sono investimenti e nuovi prodotti in grado di aumentare i volumi produttivi.
La flessione riscontrata nelle immatricolazioni in Europa nei primi due mesi del 2021 pari a circa -23%, ha coinvolto tutte le case automobilistiche e non può essere utilizzata da Stellantis per azioni strutturali che possano impattare negativamente sulla capacità produttiva e sull’occupazione.
La politica di riduzione dei costi non può impattare negativamente sui livelli di salute e sicurezza all’interno degli stabilimenti, la Fim-Cisl agirà attivando tutti gli strumenti contrattuali e di legge per garantire che questo non succeda. Il sistema di miglioramento continuo è attivo da anni in FCA con il contributo positivo dei lavoratori, questo ha consentito forti azioni di miglioramento sui costi e di crescita delle efficienze negli stabilimenti e ha contribuito ad azzerare il debito industriale nel 2018.
Il coordinamento Fim-Cisl di Stellantis sostiene inoltre l’iniziativa di protesta che le segreterie dei metalmeccanici attueranno il giorno 26 marzo presso il Ministero dello Sviluppo Economico. È veramente incomprensibile l’atteggiamento dell’attuale governo, che continua a non accoglie- re le nostre continue richieste di convocazione e attivazione del tavolo per il settore automotive, necessario per sostenere uno dei più importanti comparti industriali del nostro Paese.