CCNL Metalmeccanici, Fim-Fiom-Uilm: rottura al tavolo di confronto, proclamato lo sciopero
CCNL Metalmeccanici: è rottura, sciopero di 8 ore.
Nessun passo in avanti su salario e sulle parti normative, sostenibilità sociale solo di facciata
Si è tenuto oggi a Roma l’incontro tra le organizzazioni sindacali FIM, FIOM, UILM e Federmneccanica-Assistal per il rinnovo del CCNL dei Metalmeccanici. In apertura il direttore generale di Federmeccanica Stefano Franchi ha sottolineato la difficoltà che sta attraversando il settore metalmeccanico tra recessione e crisi generalizzata, ribadendo quanto proposto il 10 ottobre scorso dall’associazione datoriale.
Il Segretario generale della FIM-CISL Ferdinando Uliano, intervenendo al tavolo negoziale, ha ricordato come nell’incontro del 10 ottobre scorso era stato detto che se non vi fossero stati passi in avanti si sarebbe determinata una rottura del negoziato. L’unico elemento di novità emerso oggi è stato la “cortesia” di calcolare, rispetto alla proposta formulata in base ai dati Istat dei prossimi 4 anni, un aumento salariale di 173 euro in quattro anni contro la nostra richiesta di 280 euro in tre anni.
Secondo Uliano, se volessimo firmare l’accordo oggi, paradossalmente peggioreremmo in maniera sostanziale le condizioni salariali dei lavoratori metalmeccanici rispetto al contratto scaduto del 2021 e a quanto previsto dal “Patto della Fabbrica”, dimenticando tra l’altro – precisa Uliano – che grazie al recupero ex-post l’inflazione colpisce subito i lavoratori, mentre gli aumenti del recupero inflattivo arrivano solo dopo 18 mesi nelle tasche dei lavoratori. Nella proposta formulata si peggiora inoltre il meccanismo attuale di erogazione salariale, posticipando di 6 mesi il pagamento nei casi di scostamento tra inflazione prevista e consuntivata. La proposta formulata non ha considerato nemmeno l’elemento di professionalità, contrattato nel 2021, non erogato negli ultimi due aumenti contrattuali. Avete parlato – dice Uliano – di contratto ESG, sostenibile sul piano sociale e ambientale, ma davanti alla nostra proposta che puntava a creare nuovi diritti e tutele contrattuali di sostenibilità sociale, di sostanza e non solo nominali, non avete dato nessuna risposta, a partire dai piani sociali per affrontare le situazioni di riorganizzazione e ristrutturazione, con strumenti difensivi sul piano occupazionale e piani industriali di rilancio. Ci sono aziende che anche in questi giorni licenziano mandando una mail o un whatsapp e riducono gli stipendi cancellando la contrattazione aziendale. Nulla di concreto su molte parti normative, come ad esempio sulle differenze di genere, sulla riduzione dell’orario di lavoro, sullo smart working, sull’orario di lavoro, sulla stabilizzazione dei contratti precari, sui temi dell’inquadramento e della formazione professionale (solo per citare alcuni temi che non hanno avuto risposta). Di fatto – osserva Uliano – Federmeccanca/Assistal hanno deciso di non rispondere alle nostre richieste; spesso hanno preso i titoli della nostra piattaforma e fornito altre risposte, come se fosse una contropiattaforma, creando un caos negoziale e ampliando le distanze anche sulle parti normative. Oggi, da quello che vediamo, ci troviamo di fatto davanti a una rottura generata dalle associazioni imprenditoriali.
Per questo motivo abbiamo deciso, unitariamente con Fiom e Uilm, di dichiarare il blocco delle flessibilità e 8 ore di sciopero articolate su base territoriale da effettuarsi dal periodo di moratoria entro il 15 gennaio 2025, con l’obiettivo di far cambiare la posizione e l’atteggiamento di Federmeccanica e Assistal. Nei prossimi giorni seguiranno assemblee unitarie in tutti i luoghi di lavoro.
Uffici stampa di Fim, Fiom e Uilm nazionali
Roma, 12 novembre 2024