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Stellantis, intervista al Segretario Generale Ferdinando Uliano 4 dicembre 2024 – Quotidiano Nazionale

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Crisi Stellantis, il sindacalista: “Fiat chiedeva e investiva”

Il segretario della Fim-Cisl Uliano su Tavares: si era infilato in una situazione grottesca “Occorre puntare sull’elettrico e poi trasformare la filiera, con l’aiuto dello Stato”

di ALESSANDRO D’AMATO – Quotidiano Nazionale – 4 dicembre 2024

Roma, 4 dicembre 2024 – Ferdinando Uliano, segretario della Fim Cisl, lei segue il gruppo Fiat-Stellantis dagli anni di Marchionne. Cosa è cambiato da allora a oggi?

“L’impostazione. Quella di Marchionne prevedeva investimenti nel Paese e niente scambi con i governi. Così Fiat è riuscita ad arrivare al milione di veicoli nel 2017. Tutto è cambiato con il gruppo Stellantis. I livelli di richieste e di scambio nei confronti dei governi sono diventati dirimenti per fare o non fare gli investimenti”.

Condivide il giudizio di Carlo Calenda su Tavares?

“Siamo arrivati allo scontro quasi storico con sciopero e manifestazione nazionale. Le posizioni si sono differenziate molto nell’ultimo anno e mezzo, quando serviva un rafforzamento del piano industriale. Quando nei primi mesi di quest’anno Stellantis ha perso un terzo dei volumi ci si allontanava dall’obiettivo che sarebbe servito per mettere in sicurezza gli impianti, l’occupazione e l’indotto. Anche per noi il cambio può rappresentare una svolta positiva: Tavares ormai si era infilato in una situazione grottesca. Ora è necessaria una via d’uscita”

L’economista Mario Deaglio ha scritto che la crisi del settore automotive riguarda tutta l’Europa e l’Occidente e chiama in causa anche la Banca Centrale Europea. È d’accordo?

“Penso che l’uscita dalla crisi del settore evidenzi la difficoltà determinatasi con la transizione green. Con l’imposizione dei tempi per cessare la produzione dei motori endotermici e gli abbassamenti delle emissioni senza che ci sia anche una modernizzazione della filiera della componentistica e gli interventi per le infrastrutture di ricarica e sugli ammortizzatori per i lavoratori. Per uscirne dobbiamo difenderci dai produttori cinesi ma anche e soprattutto intervenire a sostegno della produzione”.