Bentivogli: la trasparenza è alla base della credibilità della Cisl – l’Unità
La trasparenza è alla base della credibilità della Cisl
di Marco Bentivogli, Segretario Generale Fim Cisl – l’Unità 12 agosto 2015
Le norme che abbiamo introdotto, da tempo, in Fim sono le più rigorose di tutto il sindacato. le retribuzioni per tutti nella Cisl , non da oggi sono sempre regolate da normative nazionali che stabiliscono tetti massimi per il carico.
In Fim abbiamo richiesto i mod. 730 mod.Unico ( con tutti i redditi e gli immobili), e gli estratti contributivi previdenziali ( ecocert) di tutti i dirigenti a tempo pieno dalle Alpi alla Sicilia. Il mio personale è da tempo online.
Mi dispiace che Massimo Franchi, nel leggere il mio mod.730 e nel capitolo del suo articolo di ieri intitolato ” trasparenza metalmeccanica”, pur valorizzando il nostro stile, mi ha attribuito “5 fabbricati”. Nel mod.730 è sufficiente riscontrare il codice utilizzo indicato: codice utilizzo n.1 indica l’abitazione principale; il n.5 indica le pertinenze dell’abitazione principale ( cantine, posto auto, ecc.). Pertanto il mio 730 indica un appartamento a Roma di 70 mq ( comprensivo di cantina e posto auto) e uno a Bologna di 38 mq affittato e da tempo in vendita. quest’Ultimo compare due volte in quanto nel corso del 2014 è cambiato l’inquilino e regolare contratto di affitto. Sottolineo poi il maggiore rigore di chi pubblica un mod.730 documento molto più impegnativo perché certifica tutti i redditi e tutti gli immobili, rispetto alla sola busta paga, come fa la Fiom Cgil. Ma per noi la trasparenza è un valore da testimoniare con atti e fatti. fa parte della nostra cultura morale che si respira in tutte le strutture sindacali Fim Cisl. Abbiamo un sistema di vigilanza degli atti amministrativi, indipendente e presieduto da un professionista esterno al sindacato iscritto all’albo come revisore contabile. Ogni anno facciamo verifiche ispettive in tutte le strutture affinché non ci siano gestioni non conformi.
L’etica è il primo principio dell’impegno del sindacalista. E’ un valore personale, oltre che del sindacato e della Cisl imprescindibile. I nostri sindacalisti si confrontano quotidianamente sul piano delle competenze e delle capacità con manager, amministratori delegati, responsabili istituzionali, proprio per rappresentare e contrattare le condizioni del lavoro. Sono diversi quindi i riferimenti e gli obiettivi, e i nostri sindacalisti non smarriscono il senso dell’impegno sociale e il legame profondo con i lavoratori.
Lo stipendio medio in Fim, ma anche in Cisl, è attorno ai 1600 euro per un lavoro in cui non si ha orario e quando ci sono problemi non si guarda l’orologio. Io guadagno 2700 euro ( come un portaborse di un parlamentare europeo), lavoro 13 ore al giorno, spesso anche il sabato e la domenica, che sono peraltro gli unici giorni in cui torno nelle Marche dalla mia famiglia. Ma non mi pesa perché amo fare l’organizzatore sindacale.
Con questa coerenza chiediamo che la forbice tra i manager e gli operai sia ridotta. Al di la delle regole c’è uno scrupolo etico che non sarà più lasciato ai singoli arbitri . E abbiamo approva un regolamento prescrittivo proprio a questo scopo. Proprio rinnovando la nostra battaglia per riaffermare il principio dell’etica nei comportamenti acquista credibilità l’impegno per l’equità nella società.
Nelle organizzazioni, occorre sempre trasparenza e un’informazione esauriente, elementi fondamentali della qualità e della democrazia interna. Abbiamo rafforzato sul piano organizzativo e aggiornato i meccanismo di indirizzo e di controllo, per prevenire, oltre che sanzionare, i comportamenti non corretti. Come Fim da tempo ci siamo dotati di tali meccanismi preventivi, e anche la Cisl con il regolamento nazionale approvato a luglio, sta svolgendo un passo importante in questa direzione. Si, ci deve essere alla base un senso etico profondo, basilare nella scelta di essere sindacalista e nella coscienza che si gestiscono soldi dei lavoratori, parte del loro salario, frutto del lavoro, compresa una forte componente di passione ideale, sociale e solidale e la fiducia che ripongono nel sindacato e nei sindacalisti. Si c’è una differenza profonda tra un sindacalista e un manager, si fa il sindacalista per valori più importanti e anche quando si gestiscono molti soldi lo si fa per finalità diverse.