The Italian workers’ model of struggle for health and safety in the 1970s and 1980s
Il 9 e 10 febbraio 2016 a Bruxelles, l’Istituto Sindacale Europeo (ETUI) della CES organizza un seminario, per certi aspetti inedito, su: “Il modello di lotta dei lavoratori italiani per la salute e la sicurezza negli anni ’70 e ’80, la sua influenza in tutta Europa e il suo significato per la strategia sindacale su OHS oggi”.
Non e’ solo un giusto tributo storico alle lotte operaie e sindacali degli anni della “mitica” FLM. E’ un rinnovato interesse a livello europeo su una fase di profondo rinnovamento delle strategie di mobilitazione sindacale. Gli esiti furono straordinari. Crescita esponenziale dei lavoratori iscritti unitariamente ai sindacati. Diffusione ed estensione della contrattazione decentrata a livello aziendale.
Un valido motivo per studiare e riflettere oggi su quegli anni. Su quelle nuove esperienze di contrattazione articolata, iniziate alla fine degli anni ’60 e sviluppatesi negli anni ’70. Specie sulla partecipazione dei lavoratori ai temi centrali dell’ambiente di lavoro e della tutela della salute e sicurezza. Con l’affermarsi di una nuova soggettività operaia. …E di una ritrovata autonomia di classe, che si declinava su due principii. La non delega e la non monetizzazione della salute (“la salute non si vende”).
Non solo lotte, ma radicamento nelle fabbriche. E tanta capacità dei rappresentanti dei lavoratori nei CdF (Consigli di Fabbrica) di analizzare l’organizzazione del lavoro e i processi produttivi. Per poi individuare soluzioni di prevenzione e tutela della salute e sicurezza dei lavoratori. Partendo dalla descrizione dei cicli di lavoro e dalla mappatura dei rischi.
La cosa incredibile fu la rapidità (in tempi dove non esistevano né smartphone, né internet) con la quale questa esperienza operaia si diffuse. La nuova ondata di mobilitazione sindacale attraversò i confini d’Italia, approdando in tutta Europa e in diverse parti del mondo. E, a distanza di molti anni, non é raro sentir parlare all’estero di “Modello italiano” alla salute e sicurezza sul lavoro. Ancora oggi motivo di studio e di formazione in ambiti sindacali e accademici.
Lo scopo del seminario ETUI a Bruxelles è, appunto, quello di presentare la ricerca in corso su queste esperienze. Non per “mummificarle”. Ma per discutere di come possano essere fonte di ispirazione oggi. I sindacati devono saper rispondere – come riuscirono a farlo in quegli anni – all’emergere dei nuovi fattori di rischio. Ai rapidi cambiamenti tecnologi e organizzativi. Alla destrutturazione e frammentazione del mercato del lavoro.
Il seminario potrà contare sulla collaborazione di studiosi, di persone attive nelle lotte di quegli anni e di sindacalisti oggi responsabili – nelle loro rispettive organizzazioni – per l’azione in materia di salute e sicurezza sul lavoro.
Seminar Italian’workers’model of struggle for health and safety (programma)
L’evento è collegato a diverse iniziative in diversi paesi per la raccolta di documentazione e l’analisi della storia del periodo in questione. Tra queste iniziative, la creazione in Italia di un archivio digitale di migliaia di documenti, accessibile e consultabile on line. Lavoro a cui stanno contribuendo unitariamente, con il supporto di INAIL, tre istituti di riferimento delle tre principali confederazioni sindacali: Sindnova (CISL), Fondazione Di Vittorio (CGIL) e ANCS (UIL).