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Bentivogli: Riaperta la partita delle relazioni industriali – Corriere della Sera

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BENTIVOGLI (Fim Cisl): Riaperta la partita delle relazioni industriali

 di Rita QuerzèCorriere della Sera 27 novembre 2016

“Questo accordo è un miracolo. Ancora non ci credo”. E’ sfinito ma molto soddisfatto Marco Bentivogli, il Segretario Generale della Fim Cisl.

“Accordo storico”. Non si sta esagerando?

“Non leghiamoci alle parole ma alla sostanza: abbiamo riconquistato l’unità sindacale e l’abbiamo fatto con un contratto davvero innovativo. La cosa più difficile è fare sintesi alte che guardino al futuro. Stavolta ce l’abbiamo fatta”.

L’unità sindacale è un valore in se?

“No. Solo se serve a costruire qualcosa di buono”.

Quali parti dell’intesa potrebbero “ispirare” i confederali per il rinnovo dei modelli contrattuali?

“Le confederazioni valuteranno. Dopo questo accordo i contratti del nostro settore si rinnoveranno in modo diverso. Per noi è già tanto aver riaperto la partita delle relazioni industriali. Tanto più che io e Landini siamo visti come il cane e il gatto”.

E lo siete? Ieri in trattativa si racconta che Landini si sia rivolto a Lei chiamandola Laura, come sua moglie.

“Questo negoziato ci ha aiutato a ricostruire i nostri rapporti personali. In un momento in cui nel Paese ci si scanna con violenza sul nulla, credo sia positivo che due persone considerate opposte per molti versi abbiano dimostrato l’energia e l’intelligenza per fare una battaglia insieme.

Mentre la Fiom stava sulle barricate, la Fim ha fatto il sindacato trattante. Ora che la vostra impostazione porta frutti, le crea disagio condividere i risultati con la Fiom?

“Se a ogni centimetro si fa il processo al passato il futuro non si costruisce mai. Non la considero una vittoria diminuita ma una doppia vittoria”.

L’intesa fa anche importanti concessioni alle imprese. Il pagamento ex post dell’inflazione per esempio.

“Gli accordi vanno visti nell’insieme. Sul piatto bisogna mettere i 92,67 euro complessivi di aumento a regime. Comprensivi dell’una tantum, dell’inflazione, della formazione come diritto soggettivo, di sanità e previdenza integrativa, dell’welfare”.

A proposito di welfare, molti lavoratori forse preferirebbero moneta sonante.

“Negli ultimi anni sono aumentate le spese sanitarie a carico delle famiglie. E poi bisogna fare i conti con la realtà: 100 euro dati da un’azienda nel contratto nazionale diventano 58 nelle tasche del lavoratore, 85 con quello aziendale. Mentre restano 100 con il welfare”.

I lavoratori voteranno sull’intesa a metà dicembre.

“Per questo contratto faremo il referendum. Ma l’obiettivo è mettere a punto insieme un sistema di regole che valorizzi meglio il parere degli iscritti”.

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