COMETA: BASTA FALSITA’ SUL “Fatto Quotidiano”. IL FONDO COMETA TUTELA IL FUTURO PREVIDENZIALE DEI LAVORATORI
COMETA: BASTA FALSITA’ SUL “Fatto Quotidiano”
IL FONDO COMETA TUTELA IL FUTURO PREVIDENZIALE DEI LAVORATORI
Vi segnaliamo al lettera inviata al Direttore de “Il Fatto Quotidiano” Stefano Feltri in merito all’articolo pubblicato il giorno 29 maggio a pag.18 dal quotidiano a firma di Beppe Scienza in cui viene attaccata la Fim Cisl gratuitamente con contenuti errati e fuorvianti nel merito, oltre che offensivi e inqualificabili nella forma, sul ruolo del fondo di previdenza complementare Cometa.
Caro Direttore,
abbiamo letto con stupore l’articolo a firma di Beppe Scienza pubblicato sul Suo giornale in data 29 maggio 2017 (pag.18). Un articolo dai contenuti errati e fuorvianti nel merito, oltre che offensivi e inqualificabili nella forma, nei confronti della nostra organizzazione. L’autore getta discredito sul ruolo del fondo di previdenza complementare Cometa e dei sindacati che l’hanno costituito come elemento di solidarietà e tutela.
Il sito web di Cometa consente a tutti gli iscritti di fare proiezioni pensionistiche sulla propria posizione e di confrontarle con un “gemello” che, nelle stesse condizioni, ha fatto altre scelte. Quindi, i dati “bistrattati” da Scienza sono facilmente reperibili da ogni iscritto al Fondo Cometa.
Occorre sfatare poi alcune affermazioni dell’articolo, mosse, speriamo, solo da scarsa conoscenza della materia. I lavoratori che hanno aderito a Cometa, oltre a beneficiare di rendimenti migliori rispetto a chi ha lasciato il Tfr in azienda (ricordiamo che i dipendenti di aziende sopra i 50 dipendenti hanno il Tfr presso la tesoreria Inps) o lo ha dirottato verso i fondi aperti, come riportato da numerose pubblicazioni specializzate, hanno maggiori possibilità di richiedere anticipazioni sul proprio capitale accantonato. Potranno, infatti, dopo 8 anni di adesione, richiedere un’anticipazione del 30% senza fornire alcuna motivazione, e ciò per più di una volta. Per gli altri casi valgono le stesse norme che regolano le anticipazioni del Tfr, ovvero il 70% della propria posizione per acquisto prima casa, per sé o per i familiari, sempre dopo 8 anni di iscrizione al fondo e la stessa cifra in caso di gravi spese mediche a prescindere dall’anzianità di adesione o servizio. In caso di cessazione del rapporto di lavoro vale la stessa norma anche per chi ha scelto Cometa, ovvero la possibilità di riscuotere quanto accumulato o trasferirlo ad un altro fondo negoziale in caso di una nuova opportunità lavorativa.
Per quanto riguarda lo scenario apocalittico previsto da Scienza, cioè la discesa precipitosa del valore delle quote a fronte di un calo del mercato finanziario, questa oltre ad essere un’ovvietà che vale per ogni genere di investimento, è anche un’ipotesi remota, vista la diversificazione degli investimenti messa in campo da Cometa proprio a tutela del capitale degli aderenti.
La rivalutazione del Tfr lasciato in azienda che abbiamo riportato nel nostro volantino si riferisce ai tassi di rivalutazione registrati negli anni, mentre la “discesa dei tassi d’interesse irripetibile” che avrebbe, a detta di Scienza, garantito gli ottimi risultati del fondo pensione, rappresenta un’ammissione implicita della buona performance del fondo stesso da parte dell’autore. Certamente, oltre al migliore andamento dei tassi di rendimento, a far la differenza sul capitale è il contributo che le aziende devono obbligatoriamente versare, di tasca loro, a chi ha aderito a Cometa versando, oltre al Tfr, anche una quota a parte. Quota che da giugno, grazie all’ultimo contratto nazionale dei metalmeccanici, salirà all’equivalente del 2% della paga base, senza possibilità di interruzione alcuna da parte aziendale. Infine la notizia della durata di quattro anni del contributo aziendale, francamente, non si capisce da che parte sia giunta a Scienza.
Riteniamo che a gettare “fumo negli occhi” sia chi, buttando in “caciara” la discussione sui temi previdenziali e veicolando informazioni fuorvianti e false, dimostra di non avere a cuore il futuro pensionistico delle lavoratrici e dei lavoratori italiani e, in particolare, dei più giovani. Siamo inoltre convinti che, allo stato attuale della legislazione, la previdenza complementare sia l’unico strumento in grado di garantire pensioni dignitose in futuro. Continueremo, come scritto nel volantino e taciuto da Scienza, a batterci per ridare giustizia al sistema pensionistico italiano e ricostruire un patto intergenerazionale che possa tutelare anche i più giovani, con uno sguardo attento a chi non riesce a mettere in fila una carriera contributiva e retributiva regolare per via della precarietà. Concludendo, diciamo basta a chi continua a sventolare la Costituzione per giustificare l’immobilismo o per tacciare di comportamenti scorretti chi, tutti i giorni, s’impegna a costruire un mondo del lavoro più giusto e inclusivo.
Roma, 29 maggio 2017
Ufficio Stampa Fim Cisl