BENTIVOGLI, ILVA: no licenziamenti, serve un piano di vero rilancio
Comunicato stampa
Dichiarazione del Segretario generale Fim Cisl Marco Bentivogli
BENTIVOGLI, ILVA: no licenziamenti, serve un piano di vero rilancio
Nuovo incontro questa mattina al Ministero della Sviluppo Economico tra il Ministro Carlo Calenda il viceministro Teresa Bellanova, i commissari e i segreterai generali di Fim, Fiom, Uilm nazionali e territoriali e Cgil, Cisl, Uil dopo l’incontro di martedì sui Piani delle due cordate.
In apertura il Ministro ha precisato che prima dell’aggiudicazione non può essere affrontato un confronto più dettagliato sul piano. Negoziato che si aprirà con la cordata destinataria dell’aggiudicazione anche per evitare l’invalidazione della gara stessa.
Il Ministro ha poi precisato che c’è tutto l’impegno, per non lasciare nessuno dei lavoratori a casa. Il limite del tonnellaggio (6 mln fino al completamento del piano ambientale previsto per il 2023) ha delle implicazioni sull’occupazione sulla prima fase del Piano ma su questo abbiamo garanzie, se il piano ambientale venisse completato prima bisogna far intervenire il Ministero dell’Ambiente per rivedere il piano e tempi attraverso un intervento legislativo.
Oggi possiamo prendere due direzioni: l’annullamento della gara, attraverso un decreto (i limiti d’aggiudicazione della gara sono il 30 giugno) l’altra è l’aggiudicazione, ma ha poi precisato ñ che hanno avviato una verifica con l’avvocatura di Stato per riaprire la gara solo sul prezzo, oggi dovrebbe arrivare il parere. I rilanci su tutti e tre i capitoli, dell’offerta, piano ambientale industriale, occupazionale) infatti implicherebbero il rifacimento della gara.
Per il Segretario generale della Fim Cisl Bentivogli: deve essere interesse, non solo del Sindacato ma anche del Governo, comprendere compiutamente se questo investitore ha intenzione di rilancio o altro, in questi anni AM mentre chiudeva tutte le aree a caldo d’Europa continuava a partecipare a tante gare senza mai finalizzare proposte di acquisto. Per questo è necessario capire se Am punta sul rilancio industriale dell’Ilva o sulle sue quote di mercato (peraltro in discesa). Le questioni di dettaglio che vanno chiarite sono ancora troppe, anche sugli impianti dei tubifici su cui oggi apprendiamo un investimento per 30 mln e una previsione di sole 440 mila tonnellate da produrre, ci sono poi da chiarire gli interventi sui treni nastri, l’utilizzo dei diversi Afo e l’anticipo del rifacimento dell’Afo5, agglomerato, cokerie, opere infrastrutturali. Il decreto ambientale, soprattutto per il clima con cui è stato partorito, ha vincoli troppo stringenti e fuorvianti relativi al tonnellaggio (e non alle emissioni): è necessario capire se il vincolo dei 6 mln di tonnellate, in caso di anticipo degli interventi sul piano ambientale, possa avere degli impegni normativi per poter sbloccare questo limite che dovrebbe basarsi sui limiti imposti alle emissioni altrimenti si carica tutta l’incertezza sui lavoratori. Entro il 5-6 giugno dovrà avvenire l’aggiudicazione per poter stare nei tempi della gara e di tutti i tempi tecnici necessari. Resta per noi vincolante il rispetto degli obiettivi di ambientalizzazione del Gruppo. Successivamente l’investitore ha 30 gg per presentare domanda in ottemperanza del piano ambientale, altri 30 gg per parere. Abbiamo per questo ritenuto necessario predisporre un documento da sottoporre al ministro con tutti gli aspetti che richiedono chiarimenti da parte di chi si aggiudicherà la gara. Entro il 30 settembre il processo deve essere concluso. Gli stessi termini valgono per la conclusione del negoziato vincolante con ArcelorMittal (a meno che quest’ultima non dichiari di non voler considerarla come clausola di sospensiva). Il tempo che passa è un ulteriore problema del negoziato, tempo che rischia di far perdere terreno e spazio reale di rilancio e di conquista di competitività e mercato. La produzione del Gruppo Ilva è scesa a 5,7 Milioni di tonnellate.
Ufficio Stampa Fim Cisl
Roma, 1 giugno 2017