Smartworking
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La Fim Cisl lancia insieme ad Adapt e all’Università Cattolica una grande ricerca sullo smartworking a livello nazionale
Clicca qui compila il questionario per capire se con lo smartworking il tuo livello di benessere vita/lavoro è migliorato o peggiorato. Il questionario è in forma digitale, del tutto anonimo e alla fine della compilazione il sistema ti dirà, in base alle tue risposte, se il tuo lavoro agile è: a norma semaforo verde, situazione critica semaforo arancione, oppure se ci sono problemi semaforo rosso
In questa sezione del sito troverete materiali, focus e ricerche sul cosiddetto smart-working o lavoro agile, insieme ad una raccolta di accordi sul lavoro agile siglati in questi questi anni in diverse aziende metalmeccaniche e non.
Lo smart-working, il lavoro cosiddetto ”intelligente” o “agile” sull’organizzazione degli orari di lavoro, consente ai dipendenti di una azienda di svolgere la loro opera da un luogo fisico diverso rispetto alla sede aziendale, e anche con articolazione diversa dell’orario, al fine di conciliare al meglio l’attività lavorativa con le proprie esigenze personali e familiari.
Dalla premessa del testo di un accordo: (…) il Lavoro agile è una modalità lavorativa che permette di svolgere – al di fuori della sede aziendale, avvalendosi di supporti informatici – la stessa attività lavorativa svolta nei locali dell’azienda.
Il lavoro agile si differenzia dal telelavoro in quanto: non deve essere necessariamente svolto da una postazione fissa e predeterminata; non viene svolto stabilmente a distanza, ma in modo non continuativo, sporadico, occasionale ovvero limitato ad un breve periodo di tempo. Una formula di flessibilità che viene incontro ai lavoratori, che ha preso piede nel mondo dei servizi e che adesso tocca anche realtà considerate più tradizionali, tra cui le aziende del settore metalmeccanico e degli altri settori industriali.
I modelli di flessibilità sono spesso molto articolati e meno strutturati del tradizionale telelavoro, e sono studiati in funzione delle diverse necessità, con modalità e distribuzione attivate dagli stessi lavoratori sulla base delle proprie esigenze, e prevedono normalmente il mantenimento delle normative e dei diritti che riguardano tutti i lavoratori, con modalità di esercizio che possono essere diversamente adattate.
Un modello di prestazione che, partito per rispondere alle necessità di conciliazione familiare e personale, sta evolvendo nel senso di ampliare le finalità (verso le tematiche dell’impatto sociale, sui consumi e sulla mobilità), e il coinvolgimento dei lavoratori (in termini di formazione, di responsabilizzazione e di autonomia).
Gli accordi siglati sono il frutto del dialogo intenso tra le rappresentanze sindacali e le aziende, e sono indicative di relazioni sempre più improntate alla partecipazione, in grado di progettare innovazione e miglioramento delle condizioni di lavoro.